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Il momento controverso del vino italiano

Dubbi e interrogativi attraversano il mondo del vino italiano. L’export nel 2019 si è rafforzato e si stanno aprendo nuovi mercati come quello della Cina e della Corea del Sud.

Per mantenere i mercati è necessario pensare, e in fretta, a nuove politiche di viticultura alla luce dei cambiamenti climatici e del nuovo assetto economico che si determinerà.

L’epidemia ha forzatamente rarefatto tutto ma non i cretini e i disonesti che continuano a proliferare a ruota libera.

La perfida Albione/Inghilterra si sta dimostrando una piccola nazione oltre che mal guidata dal cicciotto ossigenato.

Era comparso a Londra un distributore denominato APM o Automatic Prosecco Machine. Il bancomat del Prosecco è  stato rimosso a seguito dell’intervento del Consorzio e del ministero delle politiche agricole.

L’iniziativa era stata news in atto dalla vineria Vagabond Wines.

Forse anche il tracagnotto, spesso malvestito inquilino di Downing Street 10, era assiduo cliente della infernale macchina.

Certo che l’aplomb dei primi ministri inglesi del passato era tutta un’altra cosa. Adesso lo sbruffoncello è risultato positivo al virus: starà tranquillo in quarantena al Vagabond Wines?

Chi invece beve vino italiano e compra olio extravergine può stare più che tranquillo. L’Ispettorato Qualità e Repressione Frodi ha effettuato 55.000 controlli.

Oltre il 30 % hanno riguardato il settore vitivinicolo e 6800 ispezioni hanno riguardato il comparto olivicolo.

Una buona notizia per i vini italiani viene dell’aggiornamento delle tariffe Usa sui dazi. Fino a Settembre non ci saranno aumenti e in seguito alla situazione che si è determinata è tutto da definire.

Rimangono invece sotto torchio Parmigiano Reggiano, liquori e aperitivi Made in Italy e i vini degli antipatici cuginastri francesi.

Cresce il consumo di vino rosato nel mondo e l’Italia è fra i primi paesi produttori grazie alla ricchezza dei suoi vitigni indigeni. Castel del Monte, Chiaretto di Bardolino, Cerasuolo d’Abruzzo, Cerasuolo di Vittoria, Ciro’, Lagrein, Lambrusco, Salice Salentino, Valtenesi sono i più richiesti.

Aumenta il valore delle produzioni DOP e IGP grazie soprattutto alla performance del comparto vino. I vini sfusi a IG crescono anche per un ritorno al fai da te con l’imbottigliamento casalingo.

Le prime cinque province per valore produttivo IG sono Cuneo, Modena, Parma, Treviso e Verona. Aumentano le vendite tramite e-commerce a causa del virus. In GDO le vendite di vini hanno subito una forte crescita.

La ristorazione è ferma e gli italiani devono stare in casa a pranzo e cena, quindi gli acquisti di bottiglie aumentano ogni settimana.

I vini DOP fanno registrare un 11,9 % in più. La sospensione di aperitivi ed happy hours ha determinato una flessione di vendite per i vini spumanti.

Crolla, finalmente, lo champagne: meno 53 %, abbiamo tanti ottimi spumanti nostrani da bere.

Si rafforzano i consumi di vini conosciuti e di quelli regionali, DOC e IGT. In aumento la vendita di vino sfuso, si torna ad imbottigliare in proprio.

Umberto Faedi 


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Umberto Faedi

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