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Il Mercato Centrale di Firenze

Il “mercato” è sempre stato un importante punto di incontro per ogni comunità. Secolo dopo secolo, anno dopo anno, i “venditori” si sono ritrovati spesso nella stessa strada, nella stessa piazza, sotto la stessa struttura.

Logge e coperture di fortuna hanno accolto,  in passato, ricchi mercanti o poveri contadini  che convergevano al mercato nei giorni stabiliti.
Ogni città europea e italiana verso la fine del 1700  e per tutto l’’800 si è dotata di costruzioni atte ad accogliere la compravendita soprattutto per l’agro-alimentare.

In Toscana, Firenze, diventata Capitale nel 1865 dovette far fronte all’aumento della popolazione e alla necessità di nuovi spazi destinati ai mercati. Così per “far spazio” si “pensò bene” di distruggere interi quartieri. Tre furono i nuovi progetti: San Lorenzo, il Mercato di Sant’Ambrogio o delle Erbe e un terzo presso San Frediano, in seguito demolito.

Il Mercato di San Lorenzo (la chiesa di San Lorenzo era la chiesa della Famiglia Medici che abitava a due passi in quella che era Via Larga oggi Martelli) in particolare, fu costruito in modo molto razionale, con grande ampiezza per restituire l’effetto di un mercato all’aperto. I materiali usati l’architetto Giuseppe Mengoni, lo stesso della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, furono i più moderni dell’epoca: ferro, vetro e ghisa.

La disposizione dell’epoca con i fruttivendoli al piano superiore, i macellai, i pizzicagnoli, i fornai e i pescivendoli al pian terreno, è rimasta fino all’ultimo inevitabile rinnovamento finito nel 2014.

Il piano superiore del mercato di San Lorenzo è diventato così  un luogo moderno dove si fa ristorazione di qualità, si integra la tradizione con l’innovazione, dove una modernissima scuola di cucina (Lorenzo de Medici) accoglie italiani e stranieri in gran quantità.

Un luogo per ritrovarsi per tutti coloro che amano questo mondo. Per questo l’ARGA Toscana (associazione giornalisti dell’Agro Alimentare) ha tenuto in questo spazio il seminario “L’Artusi  a Firenze. Gastronomia e cultura “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” condotto da studiosi provenienti da varie università italiane.

Se al piano superiore il mercato appare completamente trasformato e ancorato al presente, il pian terreno ha mantenuto il suo aspetto diviso in vie come un castrum romano, riconoscibili con nomi e storici venditori . Per ricordane uno su tutti, bisogna parlare del famoso trippaio Nerbone che si trova lì da quando fu posta la prima pietra  del mercato.

La moderna gestione offre gli stessi prodotti di oltre cento anni fa: trippa alla fiorentina, il bollito, il peposo, il lesso, i panini con il lampredotto o con il roast beef . Una famosa ricetta di Nerbone (che è rammentato anche nel Dizionario della Crusca):Lo stufato di pelliccia. Ingredienti? Dimolte patate e poca ciccia.

Roberta Capanni
http://www.cucinaldm.com/
http://argatoscana.blogspot.it/p/cose-arga-toscana.html


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Sonia Biasin

Giornalista pubblicista, diploma di sommelier con didattica Ais e 2 livello WSET. Una grande passione per il territorio, il vino e le sue tradizioni.

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