Curiosità

Il governo blocca le categorie meno rappresentate e più facili da controllare

Il nuovo DPCM volto a limitare e ridurre il contagio è assai contraddittorio.

Non è sicuramente facile calibrare le misure e la cosiddetta opposizione strepita solamente e non mette insieme una proposta credibile.

Non serve a nulla fomentare manifestazioni che degenerano in guerriglia urbana.

Prestano il fianco a estremisti di destra, malavita e confusi negazionisti di tutto che non capiscono niente come i gilet arancioni.

Le categorie produttive non sono trattate allo stesso modo.

Parrucchieri e centri terapici possono stare aperti, ristoranti, bar, osterie, trattorie devono chiudere alle 18.00.

Niente concerti, spettacoli teatrali, film, sagre e fiere.

Chiuse sale da ballo e sale bingo.

Vietate le attività sportive e palestre chiuse.

Stop ai campionati giovanili di calcio, ma le arci miliardarie serie A e B possono giocare. Perché?

La risposta è che questi due campionati  danno lavoro a 300.000 persone.

Ma non si parla delle decine di miliardi di plusvalenze, nero ed evasione e di tutti i loschi affari che animano questo cosiddetto sport che sport non è più da un pezzo.

E i milioni di lavoratori che operano nel settore turistico e della ristorazione non contano?

E per gli imprenditori della ristorazione non possono bastare il posticipo del credito di imposta, la cancellazione della seconda rata dell’IMU. L’ampliamento dei dehors e i contributi a fondo perduto.

I gestori dei locali hanno speso denaro per adattare le loro attività e proprio mentre ci sono buoni segnali di ripresa arriva questo iniquo provvedimento.

Che senso ha consentire l’apertura dei locali a mezzogiorno e negarla la sera?

Il virus non fa distinzioni di orario.

In chiesa sì e all’osteria no, dal barbiere si può andare ma non al cinema. Perché?

Autobus e treni stracolmi possono continuare a circolare, ma niente aperitivo per chi se lo può permettere.

Sicuramente non si possono fermare autobus, pullman e treni che sono i mezzi più usati dai lavoratori pendolari.

Però devono essere implementati i mezzi e non farli riempire più di tanto.

Al ristorante o in osteria, al bar, in trattoria, in pizzeria, in agriturismo si sta a debita distanza di sicurezza.

Restano aperti i ristoranti degli hotels e degli alberghi: lì il virus non entra.

E che senso ha tenere aperti sabato e domenica i centri commerciali nei quali si assembrano decine di migliaia di persone e chiudere i teatri nei quali si era limitata la capienza a meno di un terzo.

I taxisti sono sul piede di guerra e con i loro mezzi occupano le strade e le piazze delle città. Niente turisti o quasi, niente fiere ed eventi e i tassametri non girano.

I presidenti delle regioni stanno trattando con l’esecutivo per far spostare la chiusura dei locali alle 23 o alle 24 e per consentire le attività culturali e ricreative.

Non si possono decidere provvedimenti come si sparasse una pallina in un flipper che ovviamente colpisce a caso le categorie.

Umberto Faedi 


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Redazione

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