Il CAAB di Bologna è pronto a gestire i mercati rionali della città per sostenere i negozi di prossimità
Il CAAB –Centro Agricolo Alimentare di Bologna è una struttura inaugurata nel 1999 dovuta alla necessità di sostituire la sede storica di Via Aristotile Fioravanti ubicata dietro la stazione centrale e divenuta insufficiente e obsoleta per gestire l’arrivo e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari.
Si estende su una superficie di 500.000 metri quadri e include diverse strutture funzionali al compito che deve assolvere. Ha aderito al programma del comune di Bologna per l’energia sostenibile e punta a raggiungere la piena ecosostenibilità.
Grazie alla sua posizione strategica la città è fino dal Medioevo al centro delle principali vie di comunicazione italiane ed europee.
La nuova sede di Via Paolo Canali ubicata in prossimità della tangenziale ospita i banchi di circa 300 produttori ortofrutticoli, 100 aziende agricole che vendono direttamente i loro prodotti, aziende grossiste.
Ogni anno vengono proposte e vendute oltre 200 specie di prodotti ortofrutticoli e sono effettuate 100.000 analisi chimiche dal laboratorio AUSL del CAAB in merito a controlli igienico sanitari.
Sono oltre sessanta le nazioni provenienti dall’estero che forniscono prodotti alla struttura. Il nuovo presidente Marco Marcatili sta impostando la nuova strategia per la struttura e intende partecipare alla gestione dei mercati rionali di Bologna partendo da quelli pubblici: lo storico Mercato delle Erbe di Via Ugo Bassi, il mercato di Santa Viola e quello di San Mamolo.
L’obiettivo è quello di sostenere il commercio di prossimità per contrastare le grandi catene che propongono prodotti globalizzati e fuori stagione.
Il PNRR stanzia 150 milioni di euro per restituire centralità ai mercati all’ingrosso e il CAAB di Bologna vuole cogliere questa opportunità.
Ha presentato un piano di interventi per un totale di 10 milioni di euro per riqualificare, digitalizzare e rendere totalmente sostenibile il CAAB.
La aggiudicazione è stimata in pochi mesi e la previsione per la realizzazione dei progetti è tra il 2023 e il 2024. Per quanto concerne la questione della sovranità alimentare il problema Marco Mercatili certifica che l’85 % dei prodotti che convergono al CAAB sono italiani e di questi oltre il 90 % viene distribuito in Italia.
In questa modalità il CAAB è il più grande modello di sovranità alimentare italiano. Questo non significa che si debba rinunciare alle importazioni di prodotti che fanno parte delle abitudini alimentari degli italiani.
Va incentivata l’educazione alimentare che deve valorizzare le filiere agroalimentari corte e spinga ad acquistare prodotti stagionali italiani e non quelli esotici.
Un fiore all’occhiello del CAAB è quello della lotta agli sprechi agroalimentari. I prodotti che non possono essere venduti ma sono assolutamente commestibili vengono distribuiti a numerose istituzioni che aiutano le persone in difficoltà.
Ogni anno la struttura riesce da tempo a differenziare oltre l’85 % dei rifiuti industriali che derivano dalla commercializzazione dei prodotti.
Umberto Faedi
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