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I vini del progetto RITORNO tornano sull’Etna

I vini del progetto RITORNO tornano sull’Etna   Il progetto Ritorno promosso da Edoardo Ventimiglia di Sassotondo  con Elisabetta Nicolosi dell’Università di

I vini del progetto RITORNO tornano sull’Etna

 

I sette vitigni Gioiello rossi

Il progetto Ritorno promosso da Edoardo Ventimiglia di Sassotondo  con Elisabetta Nicolosi dell’Università di Catania per la salvaguardia dei vitigni gioiello dell’Etna arriva ad una fase cruciale.

I quarro vitigni Gioiello bianchi

Dopo le vinificazioni degli 11 vitigni curate da GRASPO e dopo la presentazione dei vini a Vinitaly, questi vitigni tornano finalmente a casa per essere valutati nelle loro originali potenzialità enologiche da un panel qualificatissimo presso le Cantine Nicosia. 

Con Ventimiglia e Nicolosi hanno degustato Maria Grazia Barbagallo Vice presidente AIS Catania, Graziano Nicosia titolare dell’azienda, l’enologa Maria Carella, Andrea Marletta, Salvo Barbagallo CSEI Catania, l’agronomo Alessandro Lo Genco e Lorenzo Rapisarda. Zzinneuro, Terribile, Madama bianca e nera, Barbarossa, Virdisi, Vispara , Moscatella nera ecc. hanno dimostrato tutta la ricchezza ampelografica ancora presente sul Vulcano in grado di esprimere vini unici assolutamente originali. 

Il progetto Ritorno arriva quindi ai primi concreti risultati.

un gioiello dell’Etna il Terribile

Un progetto che parte da lontano con protagonisti:

Elisabetta Nicolosi sensibile ricercatrice presso l’Università di Catania e Filippo Ferlito impegnato professionalmente presso il CREA-OFA di Acireale  che hanno documentato, nel corso degli anni, tutta l’intensa attività di salvaguardia del ricco patrimonio ampelografico dell’Etna.

Anche sull’Etna, confermano, il rischio di una forte erosione genetica è forte a causa della situazione viticola post-fillosserica. Degli oltre 40 vitigni segnalati storicamente da ricercatori ed ampelografi nell’800 ne sono rimasti molto pochi come il Nerello Mascalese, il Carricante, l’Alicante, il Nerello Cappuccio, l’Insolia, la Minnella e qualche altro.

 Fortunatamente, però, non sono scomparsi del tutto altri vitigni meno diffusi ma coltivati sporadicamente in mezzo ai vigneti e, grazie alla loro resilienza e alla abnegazione dell’ultima generazione di viticoltori del secolo scorso, oggi, molti di essi, sono ancora presenti, seppur in numero molto limitato. 

Alcuni, vengono riconosciuti come “accessioni minori”, cioè presenti in minor numero rispetto alle cultivar principali diffuse sul territorio. 

Il progetto Ritorno

L’opera di descrizione dei vini

Altre accessioni, in numero ancor più limitato, talvolta presenti in pochissimi esemplari, vengono definiti “vitigni reliquia”, si tratta di pochi ceppi e quindi con alto rischio di estinzione. 

In quest’ultimo ambito si collocano quelli che abbiamo ribattezzato “vitigni gioiello dell’Etna”, a sottolineare che si tratta di entità rare e preziose, che sono potenzialmente molto interessanti a livello locale e che, anche con qualche carattere particolare, allorché vinificati, possono essere identificativi del territorio.  

Il mantenimento di tale germoplasma è significativo non solo perché consente di contrastare l’erosione genetica ma anche perché consente di disporre di germoplasma utile per programmi di miglioramento genetico finalizzati all’aumento della adattabilità della vite al cambiamento climatico. 

Inoltre, non meno importante, il ruolo che questi vitigni possono assumere nel panorama enologico nazionale in quanto di possibile utilizzo per la produzione di vini unici e riconoscibili, identitari di un territorio, che possono consentire alle aziende di distinguersi sui mercati con prodotti di difficile omologazione.  

Foto di gruppo dei degustatori

Il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione ed Ambiente dell’Univer- sità di Catania (Di3A), l’IRVO Istituto Regionale del Vino e dell’Olio con sede a Palermo, il Consorzio Etna DOC e il CREA sede di Acireale sono in prima linea per continuare un percorso importante di valorizzazione e utilizzo di vitigni gioiello dell’Etna. 

Il lavoro di ricerca e caratterizzazione è iniziato nei primi anni del 2000, grazie all’azione dei ricercatori dell’Università di Catania ed alla collaborazione di alcuni anziani viticoltori custodi.
Partendo da poche piante geolocalizzate, le accessioni sono state replicate per realizzare piccoli campi collezione di germoplasma presso l’Azienda Agraria Sperimentale dell’Università di Catania e presso il Parco dell’Etna nella sede di Nicolosi (CT). 

La commissione di degustatori al lavoro

Questi vitigni, una volta messi al sicuro, sono stati caratterizzati ampelograficamente utilizzando i descrittori OIV e geneticamente, utilizzando i marcatori molecolari SSR e, quindi, avviati ad un processo di caratterizzazione di tipo agronomico ed enologico. 

L’importanza della valorizzazione di questi vitigni negli anni è costantemente in crescita, grazie al sempre crescente interesse da parte dei produttori etnei, dei tecnici del territorio e delle istituzioni.

Sono stati quindi allestiti numerosi campi sperimentali, ospitati dalle aziende del territorio aderenti al Consorzio Etna DOC, sui 3 versanti vitati e a diverse altitudini, Presso la Cantina sperimentale dell’IRVO e con la collaborazione di GRASPO sono state realizzate le  micro-vinificazioni in purezza delle uve provenienti dai vitigni gioiello allevati presso il campo collezione di germoplasma dell’Università di Catania. 

Le micro-vinificazioni hanno permesso di evidenziare alcune particolari caratteristiche che concorrono a definire un corredo aromatico molto interessante premessa importante per una loro registrazione e per poter reintrodurre i vitigni gioiello nei loro territori di origine. 

 

Edoardo Ventimiglia, che ha sostenuto tutto il percorso con il progetto RITORNO valorizzato dalla collaborazione di GRASPO e di PROPOSTA Vini attraverso la vendita delle magnum esclusive di Etna Bianco Superiore realizzate in contrada Caselle a Milo, ha sottolineato come questa esperienza abbia con semplicità ed efficenza consentito di mettere in rete Aziende, Università, centri di ricerca su tutto il territorio nazionale portando a risultati concreti.

Per curiosi ed appassionati il prossimo appuntamento per degustare i vini dei vitigni gioiello dell’Etna è previsto alla prossima edizione di VINIMILO ai primi di settembre, là dove tutto è iniziato.

Il viaggio continua….

 

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi

Foto di Gianmarco Guarise

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