Tribuna

I vignaioli del VAN battono il Corona Virus a Roma

Pure se la capitale al momento non è considerata zona rossa l’ansia lentamente si fa strada tra le persone. Le degustazioni e gli eventi a tema vino dell’ultima settimana, così come tanti altri, sono stati cancellati quasi tutti.

Gli unici a stracciare il velo paralizzante della paura nell’ultimo we sono stati i VAN, Vignaioli Artigiani Naturali, calati a Roma nella consueta cornice della città dell’Altra Economia a Testaccio, per la loro consueta due giorni in vista della primavera.

Durante le prime ore del sabato sembrava esserci stata una flessione delle presenze, che poi si è rivelata solamente una paura infondata visto che il pubblico come sempre ha risposto alla grande. Nemmeno la domenica ecologica, che ha impedito l’uso dell’auto, ha ridotto l’afflusso degli appassionati.

Ormai all’ennesima edizione, il VAN ha formato uno zoccolo duro di fans per cui questa manifestazione è la più attesa tra tutte. Sicuramente un punto di forza è quello di incontrare i vignaioli in serate tematiche, che si svolgono a corollario presso ristoranti ed enoteche Romane nella settimana dell’evento.

La gente che fa il vino e che lo racconta come espressione in equilibrio con il territorio che vive. Lontani anni luce dalle logiche dei grandi numeri, senza il giogo dei canoni stilistici ne l’obbligo di aderenza a nessun modello di riferimento, secondo le pratiche in uso in agricoltura biologica e biodinamica.

Pratiche che ormai non rappresentano più nicchie di consumo quali radical chic o hipster che dir si voglia, ma si rivolgono ad un pubblico più vasto. A tutti quelli capaci di spostare in avanti il proprio limite gustativo verso un vino ottenuto dall’interazione tra uomo e territorio nel pieno rispetto della natura.

In questo percorso sono stati bravi sia i VAN che tutti gli altri vignaioli che operano con la stessa filosofia, grazie ai quali si è superato il periodo delle sperimentazioni, dei vini imbevibili e delle mode fini a se stesse, per costruire una credibilità intorno al concetto di Vino Naturale.

Per gli appassionati di questi vini il VAN è stata anche una grande occasione d’acquisto, sia per la varietà sia per la possibilità di costruire con il vignaiolo un rapporto che allontana il vino dalla realtà industriale, restituendolo per quanto possibile alla sua natura conviviale.

Anche stavolta provenienti da tutta Italia oltre che da alcuni paesi stranieri, vecchie conoscenze e nuove conferme. Certamente tra i più frequentati il banco d’assaggio di Daniele Saccoletto, che insieme alla gamma proposta da Vinicea hanno ben rappresentato il Piemonte.

Stesso entusiasmo per Bruno Ferrara Sardo col suo Nzemmula, concetto di Etna rosso e vino tra i più apprezzati per i frequentatori più assidui del VAN, che nello stesso territorio hanno dato grande apprezzamento anche ai vini  Etnella di Davide Bentivegna.  Risalendo lo stivale grandi conferme per i Cirò di Tenuta del Conte, a base Gaglioppo e Greco Bianco.

Il Lazio ha fatto alla grande gli onori di casa con diversi vignaioli, tra gli altri con i vini di Poggio Bbaranèllo giovane progetto in quel di Montefiascone, che tra i vitigni coltivati dà grande risalto al “Roscetto” una varietà locale di trebbiano giallo.

La dinamicità della viticultura regionale è stata confermata anche da D.S. Bio, che nel Frusinate restituisce la scena ad autoctoni quasi dimenticati come, Lecinaro, Maturano e Uva Giulia. Per il Molise ambasciatore dei Vini naturali è stato Vinica che si conferma come sempre tra i più graditi al pubblico.

Da segnalare anche gli Umbri di Mani di Luna, gli Spagnoli di Vinos Ambiz, l’Aglianico Cilentino di Salvatore Magnoni, i vini Toscani da Sangiovese e Merlot di Matrignano, giovane ed interessante progetto di ristrutturazione di un antico podere.

Il livello qualitativo dei vini in sala è stato come sempre altissimo, è le menzioni lungi dall’essere una classifica, si limitano ai vini assaggiati, con la consapevolezza di averne saltati altrettanti e forse di più. Ma basterà aspettare solamente la prossima edizione del VAN per colmare questo gap e rendere omaggio agli altri.

Bruno Fulco


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