Stile e Società

I piatti proibiti che danneggiano l’ecosistema

Una recente inchiesta della procura di Napoli ha portato alla luce la pesca illecita e il commercio proibito dei datteri di mare.

La sciagurata pratica di raccolta ha danneggiato le scogliere del Golfo di Napoli.

Il danno per le pareti dei Faraglioni di Capri è stato valutato dai magistrati al 50 % della loro superficie sommersa.

Le indagini si sono protratte per più di tre anni e l’intervento della magistratura è avvenuto in base alla modifica normativa ambientale avvenuta nel 2017.

Il prelievo dei datteri pregiudica gravemente l’ambiente marino e la biodiversità.

Martelli, picconi, martelli pneumatici e perfino esplosivo determinano una irreversibile alterazione dei fondali rocciosi marini.

Due gruppi ben organizzati e capaci coinvolgevano un centinaio di persone con varie funzioni.

19 le misure cautelari predisposte e accuse di disastro ambientale, danneggiamento e ricettazione per i componenti dei due gruppi malavitosi. La raccolta di questi pregiati e preziosi molluschi è proibita in Italia dal 1998 e la UE si è adeguata nel 2006 con una apposita normativa.

La crescita del datteri di mare è molto lenta, almeno 20 anni per raggiungere i 5 centimetri e 30 per arrivare al massimo di crescita.

Il mercato nero è assai fiorente da decenni e alla fine del 2019 Report dedicò uno speciale reportage che illustrava gli interessi delle organizzazioni malavitose.

La raccolta illecita e il commercio proibito costituisce una fonte di guadagno molto appetibile per i contrabbandieri. Altre regioni che sono coinvolte da questa attività fraudolenta sono la Puglia e la Sardegna.

I ristoranti che li propongono vendono anche a 70 euro i piatti di spaghetti ai datteri di mare e un kilo di datteri costa 100 euro.

Questi prezzi addirittura raddoppiano durante le festività.

Gli altri piatti proibiti più ricercati sono legati essenzialmente al bracconaggio.

In Veneto e in Lombardia pettirossi, cardellini e fringuelli vengono cacciati di frodo per perpetrare la tradizione della polenta e osei.

In Italia l’uccellagione con le reti è giustamente illegale ed è assimilata al bracconaggio.

In molte regioni è praticata illegalmente la caccia agli istrici, ricercati per le loro carni morbide e prelibate.

Vengono cotti al forno e utilizzati per preparare squisiti ragù oppure le carni vengono conservate sottolio.

Lungo tutti gli Appennini ma sopratutto al Sud sono molto apprezzati i ghiri.

Gli avannotti di anguilla sono un altro piatto derivato dalla pesca illegale.

Molto apprezzati in Emilia e in Toscana  sono una specie a rischio visto che dal 2009 gli avannotti di anguilla sono presenti nella lista rossa della IUCN – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

È stato calcolato che negli ultimi 10 anni questa specie ha subito una diminuzione di ben il 90 % dei suoi esemplari.

Umberto Faedi  


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Umberto Faedi

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