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I nuovi stili alimentari degli italiani nel Rapporto annuale della FIPE

Il Rapporto Ristorazione della Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi 2018, è incentrato prevalentemente su “I nuovi stili alimentari degli italiani”, con una capillare indagine mirata a fare il punto su come la relazione tra le persone e il cibo si modifica adattandosi ai tempi moderni.

Se nell’immaginario degli italiani il cibo è convivialità e occasione di stringere o saldare le relazioni, solo il 44,6% degli intervistati riconosce che mettersi a tavola è un momento di relax.
Il 32,7% degli intervistati ha dichiarato di cucinare a pranzo tutti i giorni, percentuale che sale al 53% per la cena, e ben il 75% conosce e replica i piatti tradizionali tramandati da nonne e mamme.
Nel contempo si accorcia il tempo dedicato a cucinare e a mangiare, in media 37 minuti al giorno per la preparazione dei pasti e 29 minuti dedicati al loro consumo.

Il Rapporto ha accertato che aumenta la consapevolezza del legame tra cibo e salute, sempre più valutato come fonte di salute e benessere (dal 97,1% degli intervistati, benché il 36% della popolazione sia sovrappeso e l’11% obesa), cosicché cala l’utilizzo del sale e l’abitudine di consumare carne rossa, pane e pasta, in parallelo cresce la propensione ad un maggiore consumo di verdure, specie se fresche, benché in flessione il consumo della frutta.

Il 41,6% dei rispondenti dichiara di aver acquistato o consumato nel corso del 2018 prodotti alimentari per motivazioni di tipo etico o sociale. E gran parte di questa fetta di consumatori è anche disposta a spendere di più per questi prodotti.

Se vent’anni fa il 78% le persone erano solite pranzare a casa, nel 2018 la percentuale è scesa sotto al 72%, una contrazione che in termini statistici può sembrare di poco conto ma equivale a circa 3,5 milioni di persone nella popolazione italiana che hanno cambiato abitudini.

I cambiamenti dei ritmi e degli stili di vita si riflettono in una nuova consuetudine: nell’ultimo anno il 30,2% degli italiani, prevalentemente giovani e single, ha ordinato il pranzo o la cena da piattaforme online, con maggiore preferenza verso i cibi etnici.

Gli italiani sono anche meno spreconi a tavola: la quasi totalità del campione è abituato a congelare il cibo e l’82,8% riutilizza gli avanzi cucinati nei giorni precedenti.
Riguardo allo spreco di cibo in ristorante, il Rapporto evidenza che un ristoratore su due è molto sensibile al problema. La percentuale arriva all’80% considerando anche i ristoratori che ritengono lo spreco abbastanza rilevante.

Dal punto di vista della Fipe, nel Rapporto emerge un quadro ottimistico dell’andamento dei consumi alimentari fuoricasa, ormai attestati sul 36% dei consumi alimentari complessivi, con un valore aggiunto per la ristorazione di 43,2 miliardi di euro.

Per i dettagli, si rimanda al portale della Fipe, https://www.fipe.it/comunicazione/note-per-la-stampa/item/6166-ristorazione-rapporto-annuale.html, dove si può scaricare il Rapporto 2018.

Maura Sacher


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