Tribuna

I mercati asiatici per il vino italiano: Giappone e Singapore

Il vino italiano nel paese del Sol Levante è attualmente al terzo posto nelle importazioni dopo Cile e Francia.
Negli ultimi anni c’è stato un notevole incremento del consumo di vini.

La bevanda tradizionale del Giappone è il Sake ottenuto dalla fermentazione di riso e acqua.

Il consumo di vino è una abitudine piuttosto recente, il vino si beveva solo in speciali occasioni. Il mercato a causa della pandemia non è peggiorato come si temeva.

Aprile e Maggio del 2020 sono stati i mesi peggiori per i consumi. Ma a Ottobre e Novembre visti i bassi numeri del virus le persone uscivano e le vendite sono state molto buone e superiori allo stesso periodo del 2019.

A Dicembre la vendita ha rallentato di nuovo.

Ci sono buone prospettive per i consumi di vini. La quota dei vini italiani è al 15 % e la cucina italiana è la più amata con un livello molto alto.

Questo successo ha trainato il consumo dei nostri vini. I più apprezzati sono gli spumanti, TrentoDOC e Franciacorta in primis.

I vini piemontesi e toscani sono molto apprezzati e hanno buon successo i vini della Sicilia. I vini di fascia alta affascinano i giapponesi benestanti.

I consumatori si affezionano ai vini e sono affascinati dalle storie delle cantine. Sono molto fedeli una volta che diventano clienti.

È fondamentale che i produttori vadano in Giappone a raccontare i vini e le storie, le tradizioni, il terroir e la filosofia di produzione.

Negli ultimi dieci anni i consumi e l’interesse per il vino a Singapore sono cresciuti sensibilmente. È aumentata la conoscenza grazie a giovani sommelier curiosi e il vino è diventato molto popolare.

Molte degustazioni ed eventi online sono stati organizzati durante il lockdown. Piccoli eventi in presenza con partecipazione di gruppi ristretti sono stati organizzati da Dicembre 2020.

C’è molto desiderio di formazione e il governo sovvenziona corsi di conoscenza e degustazioni di vini. I vini devono essere fruibili per gli assaggi e i produttori devono collaborare con gli importatori.

La distribuzione dei campioni deve essere ben pianificata e le degustazioni devono comprendere momenti educativi.

I vini italiani hanno successo sia nelle fasce di prezzo alto con i premium wine che nelle fasce di prezzo basse. I vini prestigiosi soddisfano i clienti più esigenti e facoltosi.

Nelle catene delle GDO i consumatori trovano vini a prezzi contenuti e anche vini sfusi. Momentaneamente il sistema di tassazione in vigore non favorisce attualmente i vini più economici.

Umberto Faedi 


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Redazione

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