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Gorino Vongole …..Cozze amare

img-20161025-wa0001Goro e dintorni indi Gorino sono nominati di solito, in effetti quasi mai a pensarci bene, per eventi legati al mondo della pesca e della coltura delle cozze, delle vongole e delle ostriche che nella meravigliosa ed unica zona valliva del delta del Po trovano un ambiente favorevole e una professionalità nonchè una tradizione riconosciuta in tutto il mondo.

 

Questo settore vitale per la nostra precaria economia con ricadute sulla occupazione ha subito nei decenni le conseguenze di una politica superficiale e subordinata alle interessate e cieche direttive di una comunità europea che nei confronti dell’Italia si sta dimostrando sempre più matrigna e sprezzante.

 

Sono cittadine con una fortissima identità e con una indiscussa solidarietà che lega le famiglie e gli abitanti.

Non credo  assolutamente che si tratti di un esempio di razzismo becero e di bassa lega.
Purtroppo in queste situazioni si innestano spinte alimentate da gruppi politici che hanno interesse a tenere alta la tensione.

img-20161025-wa0003La ribellione contro un atto del prefetto di Ferrara che rappresenta uno stato assente, quando la presenza delle istituzioni sarebbe necessaria,  che si fa vivo con decisioni d’imperio e non concertata con le realtà locali è la conseguenza di una gestione fallimentare della emergenza profughi.

Le soluzioni dell’ultimissimo minuto non hanno mai portato alcun beneficio per nessuno.
Queste situazioni  si risolvono quasi sempre con l’intervento della celere o dei carabinieri che finiscono per disperdere i manifestanti fino a giungere alle manganellate.

Nessuno ha incontrato gli abitanti e le istituzioni locali per spiegare cosa stava per succedere.
E la reazione forse esagerata è così sfociata nelle barricate.
La protesta ha portato alla non realizzazione del piano concertata ad alti livelli, ma non so quanto alto sia il livello di chi pensa queste operazioni, che piombano all’improvviso addosso agli abitanti come una tempesta non prevista.

Non è bello vedere  persone che respingono altre persone che vivono situazioni disagiatissime.
Ma non si può  pretendere di imporre direttive sulla pelle delle persone.
Le reazioni di sdegno che sono scaturite sono ammantate di una ipocrita e falsa solidarietà che purtroppo ben conosciamo.

La chiesa ha tuonato contro le persone che sono scese in piazza, ma cosa fa per questi profughi?

Chiede allo stato italiano di accogliere tutti, ma non ha nel suo ristretto territorio forse nemmeno un migrante.

Vorrei sapere quanto le istituzioni correlate tipo Caritas percepiscono per accogliere questi esseri umani e quanto spendono per loro, tralasciando il fatto che gli edifici ecclesiastici nella quasi totalità non pagano un euro di tasse.

Umberto Faedi


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Redazione

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