Il dibattito sulla legittimità di questo piatto divide i pareri e i palati di giornalisti, gastronomi, cuochi, storici, esperti e appassionati di cucina.
Un interessante libro intitolato “Spaghetti alla Bolognese: l’altra faccia del tipico” edito da Giulio Biasion è stato dedicato al controverso piatto dal compianto amico Piero Valdiserra. La Trattoria Vecchia Bologna della Famiglia Chiari ubicata nella Vip Lounge dell’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna ha ospitato l’evento
“Spaghetti or not? Un souvenir di Bologna”.
Lo Chef Massimiliano Max Poggi ha presentato un piatto che verrà proposto a chi transitando dall’aeroporto vorrà degustare un piatto che rappresenta una eccellenza del territorio oltre alle specialità in carta della Trattoria Vecchia Bologna.
La Famiglia Chiari apri’ “La Vecchia Malga” nel 1969 e basa la sua attività nella ricerca di alimenti provenienti dalle zone tipiche di produzione da proporre attraverso una rete di negozi e punti di ristorazione realizzati con una scenografia per esaltare la tipicità delle botteghe bolognesi.
Max Poggi e’ un Bolognese DOC che negli anni ha vissuto importanti e significative esperienze e nei suoi locali propone una cucina tipica bolognese rivisitata con intelligenza e ironia, abbinando ad una indubbia capacita’ tecnica ironia e grande creatività.
Ai suoi collaboratori ricorda sempre che per realizzare un piatto occorrono amore, passione ed una cura ed attenzione estrema degli elementi che lo compongono. In occasione dell’evento ha preparato un ottimo ragù alla Bolognese che ha proposto abbinandolo a fette di pane, e si poteva anche gustare il ragù al cucchiaio nei piatti.
L’evento e’ stato presentato da Max, da Stefano Chiari, da Simona Lembi in rappresentanza del Comune di Bologna, dal direttore dell’ aeroporto e dall’attore Vito. Proposta in degustazione una vasta scelta di prodotti de “La Vecchia Malga” per la delizia dei partecipanti.
L’evento e’ stato ben organizzato dalla agenzia Comunicattive e dall’Ufficio Stampa dell’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna.
Umberto Faedi
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