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Gli Italiani invisibili

Questo titolo mi viene sentendo il nostro premier ripetere la frase del suo predecessore “i ristoranti sono pieni, perciò tutto va bene”; sette anni di crisi hanno lasciato tanti italiani appesi alla corda, e ancora oggi nel 2015 c’è un fallimento ogni due ore (fonte Unioncamere) e tutto va bene?

Va talmente bene che insorgono tutti perché non hanno futuro. Voglio prendere ad esempio la storia di un bravo chef, un pò meno nell’amministrazione, ma ancor meno nei i rapporti con la banca.

Il nostro chef che chiameremo ZERO aveva una casa, due soldini guadagnati in giro per il mondo e decide di aprire un suo ristorante. Finite tutte le formalità con la burocrazia sorda e cieca, riesce dopo nove mesi ad inaugurare il suo ristorante, perché nel frattempo ha chiesto un fido alla banca e ha messo a garanzia la casa…

Il ristorante va bene, i clienti sono contenti, ma dall’America arriva la crisi e le banche sono le prime ad accorgersi di essere state truffate dagli abili banchieri americani, che avevano venduto loro carta straccia; era comunque necessario rientrare con i capitali e cosa fanno? Vanno da ZERO e candidamente gli dicono che il suo affidamento non è più di settantamila euro, ma di trentamila e per tanto deve rientrare entro 30 giorni. Il ristorante incassava, ma tasse, spese di servizio (luce, gas, acqua) e personale ditemi voi come poteva dare alla banca quarantamila euro in un mese?

Non demorde va nella banca e la dirigente gli risponde “se li faccia prestare”. Un gesto di rabbia completa l’operazione, le scaglia in faccia i documenti della banca e fatalità uno dei fogli procura alla bancaria un minuscolo taglietto sul labbro, e qui inizia una vera odissea, ma del taglio ve ne parlo dopo se rimane tempo. ( é andata dal chirurgo plastico… a spese di Zero)

Come volevasi dimostrare non avendo più soldi per pagare i fornitori e caduto nel vortice delle spese con la banca, si aggiunge anche Equitalia che si accanisce nel recupero delle sue spettanze, pignorando anche i mobili del ristorante. Dopo un anno ZERO è fallito con la casa all’asta, senza lavoro e senza conto corrente.

Attualmente questo signor ZERO, che per lo Stato italiano non esiste, non può avviare nessun tipo di attività, non può intestarsi un’auto, perché Equitalia la pignorerebbe, è costretto a lavorare in nero per mangiare, non ha una casa e non entra nelle classifiche delle case popolari perché non ha reddito: adesso capite perché ho deciso di chiamarlo ZERO.

Purtroppo di persone nate in Italia che sono in queste condizioni ce ne sono migliaia; solo nel 2014 sono state 15651 le imprese fallite, e ognuna sosteneva più famiglie.

Ditelo voi al capo che le cose vanno bene……
FT


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Redazione

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