Tra la Pace o il condizionatore cosa preferiamo?
L’altissimo esperto di finanza e tagli, che ha mandato in fallimento la Grecia, ha posto questa domanda alla platea, parlando di sanzioni alla Russia e del problema dell’approvvigionamento di gas.
Nessun giornalista presente ha battuto ciglio, così tanto sono rimasti sconcertati dalla chiamiamola “battuta”, pronunciata anche con un sorrisetto, di quelli che l’illustre personaggio usa quando pensa di dire spiritosaggini.
Ma ben presto gli opinionisti e i social si sono scatenati, e pure alcuni politici della sua stessa maggioranza con un bel po’ di critiche e di sarcasmo.
Io stessa sono rimasta basita, anzi, sono proprio saltata sulla sedia non solo per l’incongruenza del dilemma posto, bensì specie per l’ingenuità della chiamata in causa del “condizionatore acceso per quest’estate”.
Bastava che si fosse fermato ai caloriferi, visto che – dato il clima ancora ballerino – in molte città ancora sono attivi.
E soprattutto visto che poco prima aveva detto che «fino a tardo ottobre saremmo coperti dalle nostre riserve».
Allora, cosa c’entrano i condizionatori ovvero i climatizzatori per l’estate?
Pace o fame?
Come si collega il gas russo, quando i condizionatori d’aria funzionano con la corrente elettrica e un processo che trasforma uno speciale gas refrigerante che poi è fluido refrigerante si trova allo stato gassoso, e in circuito chiuso, come nei frigoriferi?
E quel gas è inerte, non brucia, non ha niente a che fare con il gas per il riscaldamento o per i fornelli. Se lo so io che sono una donna …
Allora dovremmo scegliere tra la pace e la conservazione del cibo?
Quale supermercato, pescheria, salumeria, sopravvivrebbe senza congelatori e frigoriferi?
E noi, dovremmo fare la fame e rinunciare ai formaggi e al pesce o al pane fresco o ai surgelati, per una Pace che non dipende da noi e che fanatici transatlantisti meditano di imporre a suon di missili, e non ci farebbe arrivare nemmeno ad ottobre?
Risparmio energetico
Altro discorso è il risparmio energetico. E anche su questo ho qualcosa di minimo da obiettare su quanto deciso.
A parte che non è la prima volta che viene imposta una limitazione alle temperature degli ambienti negli uffici e in casa, a causa degli alti livelli di smog sulle città.
Vige ancora la regola 2013 del massimo di 20 gradi negli ambienti d’inverno e 26 d’estate, sempre con 2 gradi di tolleranza.
Ora viene stabilito come novità: la temperatura media non deve superare i 19 gradi più 2 di tolleranza d’inverno e non deve essere inferiore a 27 gradi d’estate meno 2 gradi di tolleranza.
Ossia, un ritocco di 1 grado, che sforzo! Quanto è costato al Governo tra riunioni, gettoni presenza, personale amministrativo, decidere e far scrivere questo sforzo di 1 grado?
Sono, tuttavia, esentati ospedali, case di cura e di riposo.
In questi ambienti, per esperienza personale (di visitatrice), la temperatura costante di 25 gradi, estate ed inverno, per me è sempre stata una “sofferenza”, essendo abituata in casa a ben altre temperature.
E mi sono sempre chiesta se l’enorme sbalzo termico estivo non poteva nuocere alla salute degli ospiti che, rientrando dalle loro libere uscite, dovevano termicamente ri-ambientarsi ai gradi interni.
A mie rimostranze ricevevo risposta che “la temperatura era imposta”.
Così come nelle farmacie, per la corretta conservazione dei farmaci. Immagino su base “scientifica”.
Conclusione della riflessione
A mio parere, la Pace nella guerra d’invasione della Russia nei territori dell’Ucraina non si può barattare con i termosifoni o i climatizzatori contro l’embargo del gas, che poi, a quanto pare, non è accettato all’unanimità da tutti gli Stati dell’Unione Europea.
La soluzione è nella mediazione della “rinuncia”, da una e dall’altra delle parti in conflitto.
Il sacrificio lo facciano loro!
E diamoci una mossa riguardo ai nostri ricchi giacimenti, bloccati da troppa burocrazia e da troppa miopia ideologica.
Maura Sacher
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