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Giornate per festeggiare Nonni e Anziani, che ipocrisia

Sabato e domenica scorsi si sono celebrate due delle tre giornate mondiali che vengono dedicate ai nonni e agli anziani.

La data del 1° ottobre “Giornata Internazionale delle Persone Anziane” è stata scelta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1990, e l’altra, il 2 ottobre la “Giornata dei Nonni”, è una celebrazione nata negli Stati Uniti e adottata in Italia come ricorrenza civile dal 2005, in concomitanza con la festa religiosa degli Angeli Custodi.

Il 25 luglio 2022, invece, si è svolta la seconda “edizione” della “Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani”, celebrata in tutta la Chiesa universale, nella memoria liturgica dei Santi Gioacchino ed Anna, i nonni di Gesù, ricorrenza fissata alla quarta domenica di luglio.

Non credo che queste giornate siano state accolte con grande attenzione da parte della intera popolazione (casomai ci siano stati adeguati annunci e pubblicità per “sensibilizzare” gli interessati!).

È cosa bella e buona festeggiare i Nonni

Fortunate le persone anziane che sono nonni e nonne, e fortunate quelle famiglie con figli che possono fare affidamento sui nonni.

Si suol dire che gli Anziani custodiscono la saggezza e la tramandano alle generazioni: vero, ma solo i discendenti intelligenti ne fanno tesoro.
E se tantissimi nipoti possono andare orgogliosi dei loro Nonni, sono ancorché convinta che diversi nonni si vergognino un pochino dei loro nipoti, visto l’andazzo con cui tanti giovani affrontano la vita, lo studio, il lavoro.

Tra le cosiddette frasi celebri sui Nonni ne ho scelte un paio che trovo azzeccate, anche per esperienza personale.
«Nella vita puoi fare di tutto, tranne dire a tua nonna che non hai fame».
«Quando i nonni entrano dalla porta, la disciplina vola fuori dalla finestra».

Sfido le Nonne e i Nonni a smentirmi.

Tuttavia, ahimè, gli Italiani fanno sempre meno figli, pertanto ci sono più Anziani che Nonni.

Secondo l’Istat nel 2040 un italiano su tre avrà più di 65 anni e nel 2050 la popolazione in età da lavoro sarebbe meno oltre 6 milioni di persone.
Anche secondo l’OCSE nel 2050 ci saranno più pensionati che lavoratori.
E l’INPS è già in crisi riguardo a questa previsione.

Ma tralasciamo le prospettive negative del futuro, delle culle vuote e delle vuote braccia delle Nonne, concentriamoci sull’oggi, conseguenza dell’ieri.

Amaramente penso che per molti italiani quelle siano state giornate tristi.

È tutta ipocrisia

Si fa un bel dire che gli anziani devono essere rispettati, riveriti e ascoltati perché custodiscono la Storia, e che le persone anziane sono una ‘straordinaria’ fonte di conoscenza ed esperienza.

E mi fa strano che si scopra proprio adesso che questa è una categoria di persone ancora non tutelata.
«Oggi le persone anziane – a differenza delle donne, dei bambini, delle persone con disabilità e dei migranti o rifugiati – non sono protette da uno specifico strumento universale per i diritti umani».

Appunto! Come possiamo dimenticare la tristezza dei poveri nostri nonni e genitori anziani, ospitati nelle strutture sanitarie a cui non è stata concessa la visita dei familiari, del coniuge e dei figli e nipoti, e neppure oggi, se non in possesso del super g.p.?

E la sofferenza di quelli contagiati, ricoverati e in fin di vita, intubati con ossigeno a spaccargli i polmoni a causa di Protocolli bestiali, che nemmeno il conforto di un sacerdote potevano ricevere e spirati in completa solitudine.

Loro tristezza e nostra sofferenza!
Con lo strazio delle videochiamate, per i più fortunati!

Quanti Anziani, Nonni, pensionati se ne sono volati in cielo negli ultimi due anni?
Le persone anziane non sono protette perché non esiste una normativa adeguata?
C’è bisogno di “uno specifico strumento universale per i diritti umani” degli Anziani?

E il Giuramento di Ippocrate dove è stato insabbiato?

L’ipocrisia non ha fine.

Maura Sacher

 


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