Tribuna

Genagricola ora scopre la birra

Genagricola, braccio agroalimentare del gruppo Generali Spa, è la più estesa azienda agricola italiana, conosciuta come le Tenute del Leone Alato.

È un’Azienda con 25 realtà agricole diverse, diffuse sul territorio nazionale, per oltre 8.000 ettari coltivati e più di 5.000 in Romania, dove due anni fa l’azienda ha anche acquistato una foresta di 1.800 ettari al confine con la Moldavia.

I Settori di attività di Genagricola sono vari, dall’allevamento di suini (cinquemila capi nell’Isontino) e vacche da latte principalmente di razza Frisona nel Laziale, a colture erbacee con agricoltura di grano, orzo, farro, e alla viticoltura, con possedimenti in cinque regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Lazio).

In Italia le Tenute del Leone Alato vantano 780 ettari vitati con 47 vitigni diversi, per la metà autoctoni, tutti coltivati da dipendenti dell’Azienda. Vi vengono prodotte oltre 4 milioni di bottiglie all’anno per 56 vini a denominazione di origine protetta.

Parallelamente al segmento vino, Genagricola, guidata dal 2019 dall’amministratore delegato Igor Boccardo, oltre i distillati (vermouth, bitter, gin, sempre da materie prime prodotte all’interno delle Tenute), sta sviluppando la birra artigianale.

L’azienda del Leone Alato da qualche mese ha lanciato il suo primo marchio di birra, utilizzando le sue colture: 1851 Passione Agricola IPA e 1851 Passione Agricola Blond Ale.

1851 Passione Agricola IPA – Colore giallo ambrato velato con schiuma color crema, buona persistenza, all’olfatto intensi toni agrumati e aromi cerealicoli, tipici dei luppoli, in questo caso della varietà Cascade e Citra. Assaggio fresco, dal gusto di caramella d’orzo.

1851 Passione Agricola Blond Ale – Colore giallo dorato velato, con schiuma densa e generosa color panna, di vivace effervescenza. Profumo fruttato insieme a note floreali di ginestra e camomilla e sapore morbido di miele d’acacia.

Le tenute agricole di Genagricola, protagoniste nel panorama italiano del vino, posizionandosi fra i primi dieci produttori di uve in Italia, ora si cimentano anche nel campo delle birre artigianali.

Questa novità potrebbe incrementare la quota di export globale dei prodotti aziendali dall’attuale 30 al 50 %, favorita anche dall’obiettivo commerciale all’estensione acquisto di altre zone agricole specie nel Sud Italia, come la Calabria.

Maura Sacher


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