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Enologo: chi è, cosa fa e quanto può guadagnare?

Enologo: chi è, cosa fa e quanto può guadagnare?

Enologo: chi è, cosa fa e quanto può guadagnare?

L’enologo è una figura professionale molto specifica che spesso viene confusa con il sommelier: entrambi si occupano di vino ma le loro formazioni e i campi di applicazione della loro professionalità sono molto diversi:

Cosa fa un enologo?

Ruben Larentis, l’enologo “chef de cave” della maison spumantistica Ferrari

L’enologo è un professionista che lavora all’interno delle aziende vitivinicole e si occupa di controllare che ogni fase della produzione del vino sia svolta in modo corretto.

 

L’enologo deve necessariamente avere competenze trasversali che vanno dall’economia alla chimica organica, dalle tecniche di produzione alle normative e le leggi che regolano la produzione e la distribuzione del vino.

 

In particolare, le sue mansioni sono:

 

      analisi dei vini per il controllo qualità, per assicurarsi che il prodotto rispetti gli standard aziendali e che non sia stato soggetto a contaminazione o alterazione durante le varie fasi di produzione

      gestione di una cantina, che comprende la gestione dei processi produttivi, l’eventuale rapporto con il pubblico, la comunicazione verso i clienti, la gestione economica  e lo sviluppo del business

      monitoraggio dello stato di salute del vigneto, agendo in modo proattivo ai primi campanelli di allarme per scongiurare una perdita del raccolto a causa di malattie o parassiti

      conoscenza delle strategie di marketing e vendita per far sì che più clienti possibile raggiungano il prodotto

Come si diventa enologo

Per diventare enologo hai bisogno almeno di una laurea triennale in viticoltura ed enologia ma molte università offrono anche lauree magistrali e master per approfondire ulteriormente la specializzazione.

 

Con l’avvento delle nuove tecnologie sempre più avanzate, anche la professione dell’enologo si sta evolvendo verso quella che viene definita l’enologia 4.0 che include tecniche di viticoltura di precisione e dell’uso di strumenti decisionali di supporto; questi permettono all’enologo di valutare lo stato di salute dei vigneti anche da remoto per intervenire al primo segnale di stress o pericolo.

 

In questo modo è possibile ottimizzare la gestione di tutta l’azienda agricola unendo una maggiore sostenibilità ad una qualità più alta del vino prodotto

Lavorare come enologo, serve la Partita IVA?

Per lavorare come enologo puoi farti assumere come dipendente e lavorare per una cantina  un’azienda agricola nello specifico, oppure puoi aprire la Partita IVA e lavorare come consulente autonomo per diverse aziende.

 

Spesso le attività più piccole non hanno un enologo interno all’azienda ma si affidano a consulenti esterni che lavorano su progetti specifici o su un monte ore ridotto che non consentirebbe di avere uno stipendio regolare.

 

Esiste anche una terza opzione che è quella ibrida ovvero lavorare come dipendente per una cantina e al contempo fare il consulente esterno per realtà più piccole o in fase di avviamento.

 

Se scegli di aprire la Partita IVA, avrai anche bisogno di seguire tutti gli aspetti fiscali e amministrativi legati alla gestione della tua attività.

 

Per agevolare queste mansioni e per permetterti di concentrarti solo sull’enologia, sono nati diversi servizi online tra cui Fiscozen che offre a tutti i suoi iscritti l’assistenza di un commercialista dedicato, un software facile e intuitivo per la gestione della fatturazione e degli adempimenti e una dashboard che si aggiorna in tempo reale con i costi che sarà necessario sostenere per l’attività.

Quanto guadagna un enologo in Italia

 

Un enologo che lavora come dipendente in Italia ha uno stipendio medio di circa 1.400€ mensili, a cui bisogna aggiungere tutti i benefit legati al lavoro subordinato come il TFR, la tredicesima, le ferie pagate e il congedo per malattia.

 

Se da un lato lavorare come autonomo non permette di avere questi benefit e “paracadute” sociali, è anche vero che lavorando come consulente è possibile avere guadagni nettamente più alti, specialmente se si vendono servizi a grosse aziende multinazionali, senza contare la libertà di poter scegliere i propri orari di lavoro e il proprio tempo libero.

 

Alla fine di tutto, la scelta si basa solo sulle preferenze di ciascuno e di ciò a cui aspira nella vita.


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Redazione

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