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Eataly a Trieste non si torna indietro

La conoscete “la storia de sior Intento che dura tanto tempo” con quel che segue? Mi riferisco al monumentale ex Magazzino Vini, architettura industriale dei primi ‘900, ovviamente vincolata dalla Soprintendenza che non manca mai di mettere i suoi veti e i suoi elefantiaci tempi in molte faccende cittadine, una storia lunga anni, periodicamente alla ribalta nella cronaca cittadina per le sue possibili riqualificazioni e destinazioni contro cui si era spuntata ogni velleità.

Per decenni abbandonato e quasi un rudere, in risposta alla cittadinanza che non voleva perdere un pezzo di storia anche architettonica, come alla fine fu salvata la vicina ex Pescheria, ora “Salone degli Incanti” ma sempre nel cuore come “Santa Maria del Guato”, per via della affiancata torre con campanile e orologio (“guato”, “ghiozzo” in italiano, pesciolino insulso dell’alto Adriatico), nel 2005 l’edificio fu acquistato dalla Fondazione CRTrieste per 3 milioni di euro dalle Cooperative operaie, antiche proprietarie. Nel 2008 lo studio dell’architetto Marco Casamonti si aggiudica il progetto esecutivo per il restauro dell’edificio. Ma, anno dopo anno alla “Sior Intento”, non si districava un bel nulla. E non per inerzia, anzi, per troppo fervore di idee…   

Autorizzazioni concesse con vincoli onerosissimi, accordi firmati, project plan concordati, ricorsi al Tar, diatribe con i Sindaci in carica, cantieri aperti, operai e ruspe invisibilmente attive dietro coperture in parte pannellate con patetici trompe-l’œil impiastricciati dai graffittari, finalmente si scopre il definitivo destino dell’edificio, 5.700 mq: succursale della colossale catena della famiglia Farinetti che va sotto il nome di Eataly.

Con un restauro in parte iniziato, e il terzo lotto da ristrutturare secondo i gusti di Francesco Farinetti, il primogenito, amministratore delegato, il quale con una squadra di propri tecnici ha rivisto il progetto iniziale, avendo trovato “nuovi stimoli” «in fase di definizione del layout», perché «Solo dopo ci si è accorti che lo spazio non era sufficiente per ogni cosa che attiene al modello standard, in cui “cultura & didattica” hanno un loro distintivo ruolo».
 
Forse la prevista spesa complessiva di 15 milioni di euro lieviterà. In fondo, solo nel novembre del 2013 era stata annunciata l’apertura del super complesso per Natale 2014 e ora in agosto viene annunciato che “a settembre ripartono il lavori” .. La storia di sior Intento “che mai no se distriga, te vol che te la diga?” …

L’accordo firmato il 23 luglio dell’anno scorso a Milano tra il presidente della Fondazione CRTrieste, Massimo Paniccia, e Oscar Farinetti, con un contratto di 9 anni, rinnovabile, farà dell’ex Magazzino Vini, fronte mare, il 29° “tempio della gastronomia italiana”, che «sarà dedicato all’integrazione transfrontaliera. Trieste – ha spiegato il rampollo Francesco – è la porta d’Italia sull’Europa dell’Est. Quindi vogliamo raccontare la storia dell’Italia che è una storia di confini e questo è sempre stato uno dei confini mobili. Il km 0 è molto importante, ma gli scambi sono fondamentali, perché senza non esisterebbe la biodiversità».

Aspettiamo con pazienza.
Ma se i prezzi, come dicono i ben informati, sono da boutique, credo che i triestini si accontenteranno delle boutique rionali, così, solo per pigrizia o per fedeltà.

Maura Sacher


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