
E’ peruviano il miglior ristorante del mondo

L’Oscar assegnato al Maido di Lima. Miglior italiano il “Lido 84” di Gardone Riviera. Al 18° posto Niko Romito del Ristorante Reale di Castel di Sangro (L’Aquila) e al 20° posto, new entry, l’Atelier Mossmer di Norbert Niederkofler (Brunico).
Non è francese, non è spagnolo e nemmeno italiano. Il miglior ristorante al mondo è peruviano: il “Maido” di Lima che conferma così il boom della cucina peruviana che aveva conquistato il titolo di miglior ristorante al mondo anche nel 2023 con l’exploit del mitico «Central» di Lima dello chef Virgilio Martinez.

Lo ha decretato la giuria internazionale della “The World’s 50 Best Restaurants” 2025 composta da 1.128 esperti scelti tra ristoratori, giornalisti, critici enogastronomici e viaggiatori gourmet di 28 regioni del mondo.
Per la prima volta quest’anno la proclamazione del vincitore è avvenuta in Italia, per la precisione all’Auditorium Giovanni Agnelli, al Lingotto di Torino, alla presenza del Gotha delle istituzioni, dell’imprenditoria, del mondo turistico e con la partecipazione del ministro del Made in Italy Francesco Lollobrigida che ha accolto gli ospiti giunti da ogni angolo del pianeta.
Miglior ristorante italiano il “Lido 84” di Gardone Riviera di Riccardo Camanini

La società britannica William Reed, titolare del marchio “The World’s 50 Best Restaurants” ha premiato il ristorante peruviano “Maido” di Lima dello chef giapponese (nato in Perù) Mitsuharu “Micha” Tsumura che ha preceduto sul podio, al secondo posto il ristorante spagnolo Asador Etxebarri di Atxondo nei Paesi Baschi (miglior ristorante d’Europa) e al terzo posto il ristorante Quintonil di Città del Messico (miglior ristorante del Nord America).
Tra i primi 50 italiani ci sono anche sei ristoranti italiani con il Lido 84 di Gardone Riviera, chef Riccardo Camanini, che si è classificato al sedicesimo posto (primo degli italiani) e l’Atelier Moessmer di Brunico del pluristellato chef altoatesino Norbert Niederkofler al ventesimo posto.
Questo il verdetto dalla più famosa classifica al mondo, curata dalla società britannica William Reed con la sponsorizzazione della San Pellegrino e Acqua Panna.
Quest’anno – come dicevamo – la cerimonia di premiazione ha avuto come palcoscenico la città di Torino, prima storica capitale d’Italia, e come ghiotto contorno enogastronomico il Piemonte dei grandi vini, Barolo in testa, e il Tartufo bianco pregiato di Alba, “le nostre eccellenze che il mondo ci invidia” ha ricordato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
Ma non solo: il marchio Piemonte Land, che raggruppa tutte le denominazioni della regione, è stato anche il protagonista dei brindisi ufficiali con una bottiglia di Barolo consegnata come ricordo ad ogni chef con l’anno di nascita di ciascun ristoratore oltre ad un barattolo di Nutella personalizzato e ad un kit da cucina firmato dal grande artista piemontese Ugo Nespolo.
Al 20° posto (new entry) l’Atelier Moessmer (Brunico) di Norbert Niederkofler

Alla premiazione erano presenti i volti gettonatissimi di numerosi chef giunti di ogni angolo del mondo: dal Sudamerica all’Asia, dal Nord America all’Australia, nonchè ovviamente dall’Europa e dall’Italia. Tornando alla classifica dei ristoranti italiani, il BelPaese cresce nella top 50 rispetto al 2024, con il “Lido 84” dei fratelli Camanini di Gardone Riviera al 16° posto, il Reale di Niko Romito di Castel di Sangro al 18° posto e l’Atelier Moessmer di Norbert Niederkofler che debutta come new entry al 20° posto. Troviamo poi Le Calandre di Rubano (Padova) dei Fratelli Alajmo che rientra nella “Top 50” al 31° posto, il Piazza Duomo di Alba di Enrico Crippa e della famiglia Ceretto che sale al 32° poso (dal 39° del 2024) e Uliassi di Mauro Uliassi, a Senigallia, che sale dal 50° al 43° posto nella classifica mondiale elaborata in modo indipendente dalla guida britannica.
A Massimo Bottura e alla moglie Lara Gilmore il “Woodford Reserve Icon Award”

Sul palco, a premiare i vincitori, ma non solo, erano presenti tutte le leggende viventi della cucina mondiale, da Alain Ducasse a Ferran Adrià, da Mauro Colagreco ai fratelli Roca.
Tra i “Vip” anche Massimo Bottura che insieme alla moglie Lara Gilmore, ha ricevuto il premio “Woodford Reserve Icon Award”, dedicato alle personalità della cucina che con il loro lavoro cercano di cambiare le cose nel mondo.
“Le icone non stanno in piedi da sole – ha dichiarato Massimo Bottura – poggiano su strati di storia, persone e tempo.
Trent’anni anni fa, Osteria Francescana (fuori classifica perché figura nella “Hall of Fame” come tutti i ristoranti già vincitori della classifica, ndr) era solo un piccolo ristorante in una stradina di Modena con grandi sogni e grandi dubbi. Abbiamo voluto amare la tradizione conoscendola più in profondità, abbiamo voluto onorare il passato senza esserne prigionieri. Noi vogliamo servire non solo cibo, ma emozioni, ricordi, sorprese.”
Premiata una squadra, una città (Modena) e il suo aceto balsamico

“Ricevere questo Icon Award, non riguarda me – ha aggiunto Bottura – ma riguarda noi, riguarda una squadra che è diventata una famiglia. E’ passato e presente, riguarda agricoltori, artigiani, lavapiatti, sous chef, sommelier, camerieri e tutti quelli che portano il loro pensiero nella nostra visione.
E riguarda anche Modena, città che ci ha dato tutto, il suo Aceto Balsamico, la nebbia, la sua poesia, il silenzio.
Da Modena siamo andati nel mondo e dal mondo abbiamo portato indietro idee, energia, progetti. Ma più di tutto questo premio ricorda la mia responsabilità, perché quando arrivi al top, come mi diceva sempre mia madre, il tuo lavoro è costruire un percorso per gli altri, ed è per questo che abbiamo fatto i Refettori Ambrosiani, il Food for Soul e il Tortellante, progetti in cui ogni giovane che passa dalla nostra cucina porta i suoi sogni.”
Bottura: “Un piatto di pasta cucinato con amore può essere rivoluzionario”

“In 30 anni – ha concluso Bottura – ho imparato che l’ingrediente più importante non è quello che va nel piatto, è la cultura, che è quella che trasforma gli ingredienti in idee, gli errori in capolavori, i pasti in ricordi.
E allora grazie per aver visto in noi non solo un ristorante, ma un movimento di persone e grazie a tutti coloro che amano la bellezza che può davvero cambiare il mondo, cosiccome un piatto di pasta cucinato con amore può essere rivoluzionario.
Questo Icon Award non è la fine di un viaggio, è solo l’inizio di un nuovo capitolo. Stiamo ancora sognando, stiamo ancora imparando, stiamo ancora restituendo. E non smetteremo mai di cucinare.”
Lara Gilmore racconta l’incontro con Massimo in un ristorante di New York
“Quando ho incontrato Massimo, nel 1993, in un piccolo ristorante di New York – ha aggiunto la moglie di Bottura, Lara Gilmore – non avrei mai immaginato la vita che mi si apriva davanti. Siamo entrati nel business nel cibo e abbiamo capito che siamo nel business delle persone, non solo quelle che serviamo, ma quelle che lavorano con noi, che hanno fatto cose straordinarie, hanno aperto ristoranti di successo e fatto grandi progetti.
È stato un piacere ed un onore vederle crescere e crescere accanto a loro. È un piacere fare parte di questa comunità, che ha tante voci diverse e che ci rendono più forti.
E voglio ringraziare la mamma di Massimo, Maria Luigia, che mi ha portato in casa sua, Lidia Cristoni che è la seconda persona che ho incontrato in Italia ed è stata la musa di Massimo, tutti gli chef che abbiamo incontrato, e mio padre Ken Gilmore, che capì subito che Massimo era un vulcano, che andava più veloce delle sue gambe, e gli disse: cresci lentamente. Ed l’augurio che faccio a tutti, perché quando vi guarderete dietro potrete vedere le radici che avete sviluppato.”
Lo chef peruviano vincitore: “Il mio sogno è rendere le persone felici”
“Il nostro sogno – ha aggiunto dal canto suo lo chef vincitore, Mitsuharu “Micha” Tsumura – era ed è rendere le persne felici con l’ospitalità, che insieme al buon cibo può fare grandi cose, può realizzare sogni e risolvere molti problemi che crediamo non si possano risolvere.
L’industria gastronomica sia un esempio di come si possa vivere insieme. Abbiamo parlato molto di sostenibilità, di ambiente, ma dobbiamo parlare di sostenibilità dell’uomo, e questa comunità è un esempio, deve essere un esempio di quello che si può fare con il potere del cibo.”
Lollobrigida: “La nostra cucina merita il riconoscimento dell’Unesco”
Nel suo intervento al Lingotto il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha ricordato che “il cibo e la cucina sono identità, storia, tradizione, cultura ed hanno un grande valore sociale ed economico. È un momento difficile per il mondo, serate come queste ricordano il valore dello stare insieme, del riconoscere le differenze come valore. L’Italia è un Paese ospitale, ha alle spalle 3 mila anni di storia e vuole mettersi a disposizione. Abbiamo avuto tante influenze nei secoli, che sintetizziamo nel made in Italy, che per noi vuol dire “fatto in Italia”, ma per il mondo vuol dire buono, di qualità, fatto bene. E vogliamo continuare a valorizzare nel mondo la nostra cucina che merita il riconoscimento come Patrimonio dell’Unesco.”
Premio speciale d Albert Adrià del ristorante Enigma di Barcellona
“La classifica di quest’anno – ha spiegato William Drew direttore della “The World’s 50 Best” celebra l’eccellenza culinaria di 22 regioni, con dieci new entry, sottolinea il crescente apprezzamento globale per la varietà, la creatività e l’eccellenza nel settore dell’ospitalità.”
Tra i premi speciali, Albert Adrià, lo chef patron del ristorante Enigma (34° posto) di Barcllona, si è aggiudicato l’Estrella Damm Chefs’ Choice Award 2025, l’unico premio assegnato direttamente da altri chef e professionisti del settore gastronomico. Maxime Frédéric a sua volta ha ricevuto il The World’s Best Pastry Chef 2025, sponsorizzato da Sosa. Il premio come Chef Pasticcere è stato assegnao al Cheval Blanc Paris e Plénitude di Parigi (14° posto) con questa motivazione: “Frédéric ha ridefinito i confini dell’alta pasticceria grazie alla sua maestria artigianale e all’arte raffinata delle sue creazioni.”
Il The World’s Best Sommelier Award è stato assegnato a Mohamed Benabdallah, capo sommelier e manager del ristorante spagnolo Asador Etxebarri ad Atxondo, Paesi Baschi, mentre il ristorante Celele (48° posto) a Cartagena, in Colombia, è stato proclamato vincitore del Sustainable Restaurant Award. Riconoscimenti speciali infine: la Champions of Change Mindy Woods, proprietaria e chef del Karkalla On Country, in Australia, Chef Pam, vincitrice del The World’s Best Female Chef Award; il Wing a Hong Kong, premiato con il Gin Mare Art of Hospitality Award, e il ristorante Khufu’s al Cairo, che si è aggiudicato il Resy One To Watch Award.
Dieci i ristoranti che hanno fatto il loro debutto nella classifica dei top 50
Dieci i ristoranti che hanno fatto il loro debutto nella classifica top 50: il Potong (13° posto), il Nusara (35° posto) a Bangkok, l’Atelier Moessmer dell’altoatesino Norbert Niederkofler (20° posto), il Mérito (26° posto) a Lima, il Lasai (28° posto) a Rio de Janeiro, l’Enigma (34° posto) a Barcellona, il Kadeau (41° posto) a Copenhagen, il Vyn (47° posto) a Skillinge, in Svezia, il Celele (48° posto) a Cartagena, in Colombia, e il Restaurant Jan (50° posto) a Monaco, a dimostrazione del crescente prestigio a livello globale della classifica che celebra le migliori destinazioni gastronomiche del mondo.
Altri quattro ristoranti rientrano nella top 50: il Narisawa (21° posto) a Tokyo, Le Calandre (31° posto) a Rubano, Padova, l’Orfali Bros (37° posto) a Dubai e La Cime (44° posto) a Osaka. Il ristorante di Bangkok, Potong (13° posto), della chef Pichaya “Pam” Soontornyanakij, ha ricevuto anche l’Highest New Entry Award 2025, mentre, l’Ikoyi (15° posto) a Londra si è aggiudicao l’Highest Climber Award 2025, sponsorizzato da Lee Kum Kee, guadagnando 27 posizioni rispetto alla classifica del 2024.
Infine, la colombiana Angélica Ortiz, aspirante chef colombiana che attualmente lavora all’Oxomoco di New York, ha vinto la borsa di studio 50 Best Restaurants Scholarship, in collaborazione con Parmigiano Reggiano, e potrà fare uno stage retribuito presso El Celler de Can Roca (Girona), due volte numero uno al mondo nella classifica The World’s 50 Best Restaurants, e al SingleThread di Healdsburg, in California.
Ecco la classifica del The World’s 50 Best Restaurant 2025
1. Maido – Lima (Perù) The Best Restaurant in Sud America
2. Asador Etxebarri – Atxondo (Spagna) The Best Restaurant in Europe
3. Quintonil – Città del Messico (Messico) The Best Restaurant in Nord America
4. Diverso – Madrid (Spagna)
5. Alchemist – Copenaghen (Danimarca)
6. Gaggan – Bangkok (Thailandia) – Best Restaurant in Asia
7. Sezanne – Tokyo (Giappone)
8. Table by Bruno Verjous – Parigi (Francia)
9. Kjolle – Lima (Perù)
10. Don Julio – Buenos Aires (Argentina)
11. Wing – Hong Kong (Hong Kong) – Art of Hospitality Award
12. Atomix – New York (Usa)
13. Potong – Bangkok (Thailandia) – Highest New Enrty
14. Plenitude – Parigi (Francia)
15 Ikoyi – Londra (Regno Unito) Highest Climber Award
16. Lido 84 – Gardone Riviera (Italia)
17. Sorn – Bangkok (Thailandia)
18. Reale – Castel di Sangro (Italia)
19. The Chairman – Honk Kong
20. Atelier Moessmer – Brunico (Italia)
21. Narisawa – Tokyo (Giappone)
22. Suhirig – Bangkok (Thailandia)
23. Boragò – Santiago del Cile (Cile)
24. Elkano – Getaria (Spagna)
25. Odettt – Singapore (Singapore)
26. Merito – Lima (Perù)
27. Tresind Studio – Dubai – Best Restaurant in the Middle Est
28. Lasai – Rio de Janeiro (Brasile)
29. Mingles – Seoul (Corea del Sud)
30. Le Du – Bangkok (Thailandia)
31. Le Calandre – Rubano (Italia)
32. Piazza Duomo – Alba (Italia)
33. Steirereck – Vienna (Austria)
34. Enigma – Barcellona (Spagna)
35. Nusara – Bangkok (Thailandia)
36. Florilege – Tokyo (Giappone)
37. Orfali Bros – Dubai
38. Frantzen – Stoccolma (Svezia)
39. Mayta – Lima (Perù)
40. Septime – Parigi (Francia)
41. Kadeau – Copenaghen (Danimarca)
42. Belcanto – Lisbona (Portogallo)
43. Uliassi – Senigallia (Italia)
44. La Cime – Osaka (Giappone)
45. Arpège – Parigi (Francia)
46. Rosetta – Città del Messico (Messico)
47. Vyn – Skillinge (Svezia)
48. Celele – Cartagena (Colombia) – Sustanible Restaurant Award
49. Kol – Londra (Regno Unito)
50. Restaurant Jan – Monaco di Baviera (Germania)
Le posizioni in classifica dei ristoranti dal 51° posto al centesimo posto
51. Alcalde – Guadalajara (Messico)
52. Schloss Schauenstein – Fürstenau (Svizzera)
53. Den – Tokyo (Giappone)
54. El Chato – Bogotá (Colombia)
55. La Colombe – Città del Capo (Sudafrica)
56. Jordnær – Copenaghen (Danimarca)
57. Onjium – Seoul (Corea del Sud)
58. Restaurant Tim Raue – Berlino (Germania)
59. Nobelhart & Schmutzig – Berlino (Germania)
60. Pujol – Città del Messico (Messico)
61. Nuema – Quito (Ecuador)
62. Willem Hiele – Oudenburg (Belgio)
63. Bozar – Bruxelles (Belgio)
64. Fu He Hui – Shanghai (Cina)
65. Quique Dacosta – Dénia (Spagna)
66. Saint Peter – Sydney (Australia)
67. Arca – Tulum (Messico)
68. Masque – Mumbai (India)
69. Hiša Franko – Kobarid (Slovenia)
70. Tuju – São Paulo (Brasile)
71. Sazenka – Tokyo (Giappone)
72. Chef Tam’s Seasons – Macao (Cina)
73. Tantris – Monaco di Baviera (Germania)
74. Mountain – Londra (Regno Unito)
75. Mil – Cusco (Perù)
76. Leo – Bogotá (Colombia)
77. Le Doyenné – Saint-Vrain (Francia)
78. Cocina Hermanos Torres – Barcellona (Spagna)
79. Coda – Berlino (Germania)
80. SingleThread – Healdsburg (Stati Uniti)
81. Oteque – Rio de Janeiro (Brasile)
82. Fyn – Città del Capo (Sudafrica)
83. A Casa do Porco – São Paulo (Brasile)
84. Aponiente – El Puerto de Santa María (Spagna)
85. Txispa – Atxondo (Spagna)
86. The Clove Club – Londra (Regno Unito)
87. Mugaritz – San Sebastian (Spagna)
88. Salsify at the Roundhouse – Città del Capo (Sudafrica)
89. Huniik – Mérida (Messico)
90. Le Bernardin – New York (Stati Uniti)
91. Koan – Copenaghen (Danimarca)
92. Al Gatto Verde – Modena (Italia)
93. Burnt Ends – Singapore (Singapore)
94. Meet the Bund – Shanghai (Cina)
95. Evvai – São Paulo (Brasile)
96. Atelier Crenn – San Francisco (Stati Uniti)
97. Labyrinth – Singapore (Singapore)
98. César – New York (Stati Uniti)
99. Amisfield Restaurant – Queenstown (Nuova Zelanda)
100. Neolokal – Istanbul (Turchia)
La “Hall of Fame” con i ristoranti vincitori nelle precedenti edizioni
El Bulli (nel 2002, 2006-2009) Cala Montjoi (Catalogna).
The French Laundry (nel 2003-2004) Napa Valley (California).
The Fat Duck (nel 2005) Bray nel Berkshire (Regno Unito).
Noma – sede originaria (nel 2010-2012, 2014) Copenaghen.
El Celler de Can Roca (nel 2013, 2015) Girona (Catalogna)
Osteria Francescana (nel 2016, 2018) Modena (Italia).
Eleven Madison Park (nel 2017) New York (Stati Uniti).
Mirazur (nel 2019) Mentone, Costa Azzurra (Francia).
Noma – sede attuale (nel 2021) Copenaghen (Danimarca).
Geranium (2022) Opio, Provenza (Francia).
Central (2023) Barranco, Lima (Perù).
Disfrutar (2024) Barcellona (Catalogna).
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri