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È la solita sporca politica anche se cambiano i modi

Al momento siamo tutti col cuor sospeso, a qualcuno batte verso di là a qualcuno di qua, con le dita incrociate, e dire che la pazienza dei cittadini italiani era già esaurita con i litigi di prima.

Quelli sembravano fratellastri che mal si sopportavano, costretti a condividere la sala da pranzo nel castello di zio Paperone per non perdere i trilioni dell’eredità da giocarsi a suon di favoritismi, questi invece nemmeno hanno un prozio in comune, forse qualche madre imparentata alla lontana, visto lo scarto generazionale.

Avevamo scritto, non poco tempo fa: la vedranno alle prossime urne quale “politica del cambiamento” desiderano gli Italiani. E, dopo il ribaltone di agosto, sembrava che il ricorso al voto sarebbe stato vicino. Eppure ancora qualcuno, anzi tanti, stando ai sondaggi, ci spera pur di azzerare la forzatura politica che disturba la digestione.

Le mostruosità di un’intesa, che non sarà più un contratto matrimoniale, è tutta una questione di sporca macchinazione di ragion di stato, una trama al di fuori del pensiero e del sentimento comune, e soprattutto di quello originario delle parti che cercano di condividere il gusto sulle pietanze del banchetto.

Intanto, restano fermi gli oltre 150 fascicoli di crisi aperti sul tavolo del Ministero del lavoro, sviluppo economico e politiche sociali, che interessano nel complesso oltre 200 mila lavoratori in tutta Italia, chi se ne occuperà? I lavoratori di Whirpool dello stabilimento napoletano se ne ricorderanno sicuramente al momento del voto, non appena verrà concesso. E come loro, tutti coloro che hanno subìto “ridimensionamenti” industriali.

Come andranno avanti i programmi in piedi nel settore agroalimentare a difesa delle nostre specialità che il Ministro Centinaio si era preso a carico con passione?

Sperare che qualcosa cambi in meglio, è indubbiamente l’auspicio di tutti, ma come cambieranno i modi?

Maura Sacher


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