Tribuna

Dal container RoboNova 2.0 una sfida al degrado ambientale

Si può diagnosticare e risanare l’ambiente da un laboratorio mobile itinerante che rappresenta una risposta, tangibile e biotecnologica, alla necessità di salvaguardare il pianeta dal degrado nelle aree più critiche.

RoboNova 2.0 è il progetto messo a punto dalla DND Biotech di Pisa, creato da un team di giovani ingegneri ambientali, biologi, agronomi e tecnici.

Si tratta di una piattaforma tecnologica innovativa, che mira a garantire un biorisanamento sostenibile, in perfetta linea con i piani europei della Next Generation, del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, nonché dello World Economic Forum.

Il progetto italiano si avvale di un laboratorio containerizzato, una versione mobile dell’impianto pilota originario, ossia di un automezzo che permette di intervenire nei contesti più disparati.
Attraverso la strumentazione al suo interno, gli operatori sono in grado di ottimizzare i programmi di bonifica o di recupero delle aree degradate.

Il container è equipaggiato secondo gli ambiti di applicazione specifici e secondo le necessità di risanamento.
È dotato di tutti gli apparati utili ad identificare e isolare i microrganismi responsabili della degradazione, definire la risposta del microbioma ai processi di decontaminazione, ingegnerizzare i processi di risanamento.
E, in ultima istanza, restituire il terreno pulito e fertile, migliorando la qualità e la quantità non solo delle colture ma anche della biodiversità.

Ha la prerogativa di operare in aree non facilmente raggiungibili, e può essere utilizzato anche via mare.

DND Biotech con lo sviluppo di C 2.0 è in linea con le indicazioni dell’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e con alcuni dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite e rappresenta una risposta tangibile e biotecnologica alla impellente necessità di salvaguardia del pianeta.

Maura Sacher

 

 


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