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Da Buttrio alla scoperta di eccellenze vere

Le finali della Guida Vinibuoni d’Italia che da quattro anni si svolgono a Buttrio nella settecentesca Villa di Toppo Florio sono l’occasione per scoprire alcune realtà del Friuli che vanno da luoghi pittoreschi ed unici, alle eccellenze artigiane ai tesori enogastronomici che ci fanno conoscere in tutto il mondo.

L’importante centro economico di Buttrio sulla direttrice Udine Gorizia sta diventando la capitale italiana degli autoctoni e non si tratta di una scelta casuale. In epoca recente, le finali della guida, la prima manifestazione dedicata a questi vitigni, ma è proprio in Friuli nel 1975 che la famiglia Nonino con il premio Risit d’Âur” (in friulano: barbatella d’oro) ha fatto nascere quel movimento che ha portato alla riscoperta e valorizzazione di vitigni autoctoni in via di sparizione che oggi sono il fiore all’occhiello dell’enologia. A Buttrio all’inizio degli anni ’30 del Novecento, alcune persone, tra le quali il conte Francesco di Toppo, si impegnarono per creare le condizioni per dare maggior rilievo possibile alla viticoltura locale con un vigneto sperimentale per lo studio dei vitigni presenti e la Fiera Regionale dei Vini oggi alla sua 83^ edizione.

Un luogo unico, Valvasone, poco lontano da Pordenone, annoverato tra i borghi più belli d’Italia, si sviluppa attorno al castello medioevale, anche se l’attuale struttura è quella rinascimentale. Al piano terra conserva i resti di un ciclo di affreschi affiancati da medaglioni databili nella prima metà del Quattrocento mentre il salone è decorato con un fregio cinquecentesco. IMG_9975Abbastanza singolare è il teatrino di gusto settecentesco, realizzato nei primi anni dell’Ottocento con file di palchetti in legno scolpito. Rimane ben conservata anche la tribuna per l’orchestra, i cui pannelli sono dipinti a tempera. Purtroppo il palcoscenico e le quinte furono venduti dai famigliari ad antiquari, negli anni Trenta del Novecento. Nel marzo del 2006, durante un restauro, in un locale vicino al teatrino, sono stati riportati alla luce degli affreschi databili alla fine del Trecento. Dopo la visita al castello ed al duomo dove è conservato l’unico organo del ‘500 veneziano esistente in Italia piacevole indugiare in una passeggiata per i vicoli del borgo con i suoi palazzi antichi.

Quest’anno ci celebra il centenario della Grande Guerra, a Gorizia merita una visita al Museo ospitato nei sotterranei delle cinquecentesche Case Dornberg e Tasso in Borgo Castello. Di recente è stata inaugurata una nuova sala dedicata al movimento politico favorevole all’entrata in guerra dell’Italia dove troviamo un quadro dipinto da Giacomo Balla, esponente futurista, che rivela un segreto. Un recente restauro ha portato alla luce sul retro de la “Verginità” del 1925 un inedito olio rimasto per quasi un secolo sepolto sotto uno strato di pittura nera, che appartiene a una precisa serie di opere eseguite da Balla tra la fine del 1914 e la primavera del 1915, da lui stesso definite pitture interventiste. Interessanti anche la collezione di cartoline illustrate che permettevano una diffusione dei messaggi politici e di satira sociale con l’ampio uso della caricatura.

Spilimbergo conosciuta in tutto il mondo come città del mosaico si trova a metà strada tra Aquileia, culla del mosaico romano e paleocristiano e Venezia, gioiello del mosaico bizantino. Nel 1922 nasce la Scuola Mosaicisti del Friuli per dare una sbocco lavorativo agli orfani della Prima guerra mondiale utilizzando la tradizione dei mosaicisti e terrazzieri che andavano a lavorare Venezia.   IMG_9945

 

Oggi dopo aver realizzato opere significative come il Foro Italico a Roma, il rivestimento della cupola del Santo Sepolcro a Gerusalemme di ispirazione bizantina, Hotel Kawakyu di Shirihama in Giappone di soggetto orientale, il Saetta iridescente per la nuova stazione della metropolitana di Ground Zero a New York, la scuola si pone come la più importante realtà al mondo per l’insegnamento del’arte musiva a livello professionistico all’avanguardia sia per quanto riguarda le tecniche di lavorazione sia per i materiali usati.

A San Daniele del Friuli, nell’anfiteatro morenico del Tagliamento, andiamo a conoscere i segreti del prelibato prosciutto di San Daniele presso uno degli storci prosciuttifici della zona, Testa & Molinaro in attività dal 1941 e dalla fine degli anni 80 fa parte del gruppo Fantinel. IMG_9872

Un rigido disciplinare di produzione, carne di suini nati e allevati in Italia e sale marino, lunga stagionatura che gli conferisce quei profumi piacevoli, la caratteristica forma a chitarra, la presenza dello zampino unico caso in Italia di prosciutto cui viene conservata l’intera zampa non solamente un fatto estetico o tradizionale, ma è un fattore che va a regolare il drenaggio dell’umidità, influenzando quindi la qualità e il marchio del Consorzio sono i segni identificativi di questo prosciutto dalla lunga storia in Friuli. La conservazione di cosce di maiale con l’utilizzo di erbe aromatiche, aceto, l’affumicatura ed il seguito la salagione è una tecnica sperimentata dai Celti che vissero in tutto l’alto e medio Friuli fino alla fondazione di Aquileia. Le caratteristiche climatiche e la posizione geografica di questo piccolo comune ne fanno un luogo ideale per la stagionatura. I venti che scendono dalle Alpi Carniche si incontrano con quelli provenienti dal mare Adriatico, portando profumi resinosi e al contempo salmastri. A questo si aggiunge un microclima regolato dalle terre moreniche e dallo scorrere del fiume Tagliamento.

Condizioni climatiche che hanno permesso la coltivazione di quasi duemila ettari di vigneti collinari che producono vini eccellenti come Ribolla Gialla, il Pinot, Ramandolo, Prosecco e per degustare il prosciutto accompagnato dai vini tipici della zona, ci spostiamo presso l’azienda vinicola Fantinel nata nel 1969 dall’idea del nonno Mario, albergatore e ristoratore in Carnia per offrire ai clienti prodotti di alta qualità, oggi alla terza generazione, gestisce oltre 300 ettari e si caratterizza per la scelta di vinificare esclusivamente uve del territorio. Il gruppo possiede la tenuta “Sant’Helena” a Vencò, la zona più a nord del Collio, e l’azienda “Borgo Tesis”, nel cuore delle Grave a Tauriano di Spilimbergo, e “La Roncaia” a Nimis nei colli Orietnali, 3 importanti doc, complessivamente circa 4.000.000 di bottiglie, di cui 1.500.000 di spumante, la bandiera dell’azienda all’estero. Per conquistare il consumatore e creare cultura di consumo possiede una catena di ristorazione “Pane, Vino e San Daniele”, con 100 osterie attive su tutto il territorio nazionale, ma a breve anche all’estero.

Piera Genta


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Redazione

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