Stile e Società

Da BonTà di Cremona i produttori di Amatrice denunciano le imitazioni

A Il BonTà, Salone delle eccellenze enogastronomiche dei territori, in svolgimento a CremonaFiere dal 9 al 12 novembre 2019, i produttori di Amatrice si lamentano che molti prodotti si spacciano come “di Amatrice” e raccomandano di diffidare dalle imitazioni, da falsi marchi.

Il Salone dedicato ai sapori autentici e al cibo di alta qualità, giunto alla 16ma edizione, ha ampliato del 25% lo spazio espositivo, accogliendo prodotti che provengono da sedici regioni d’Italia, oltre ad alcuni espositori da Francia, Austria e Belgio, con 2.000 prodotti artigianali dei territori.

La manifestazione è l’occasione per scoprire alimenti insoliti e particolari o che meritano di essere tutelati, come i prodotti originali di Amatrice.

A Il BonTà i produttori di Amatrice hanno portato spaghetti all’Amatriciana, olive ascolane e arrosticini, oltre ai salumi e formaggi.

Afferma Valerio Calandrella, gestore del ristorante “Da Patrizia” di Amatrice: «Pecorino e guanciale sono la nostra nicchia, e ad Amatrice ci sono un unico salumificio e un unico caseificio, pertanto, due sono i marchi, il “Caseificio storico Amatrice” per i formaggi e il “Sano” per i salumi, oltre alla birra “Alta Quota”, che pure presentiamo in Fiera».
Eppure esistono ditte che nulla hanno a che fare con Amatrice e spacciano del formaggio come “pecorino di Amatrice”, senza alcuna etichetta.

A Il BonTà di Cremona, lo stand di Valerio Calandrella, con ristorante, si trova nell’Area del Gusto, insieme ad altri sette.

Sullo stand campeggia la scritta «A chi ha perso tutto e riparte da zero perché niente finisce quando vivi davvero».
E Calandrella spiega spiega « Facciamo da ambasciatori delle tipicità amatriciane: abbiamo creato un circuito informale di professionisti che promuovono i veri prodotti di Amatrice, provando a difenderci. Da dopo il terremoto tutti siamo stati pesantemente danneggiati, e siamo stati costretti a ripartire più con le nostre forze che con quelle dello Stato».

Maura Sacher


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