Il Cremlino non è rimasto passivo alle ultime misure restrittive che Bruxelles e Washington hanno inflitto alla Russia per la questione ucraina, e ha risposto con l’embargo alcune categorie di prodotti agroalimentari provenienti da Ue e Usa, ma anche da Norvegia, Australia e Canada.
Ne ha diramato un elenco, i prodotti che figurano nella `black list´ valida intanto per un anno sono carne bovine e suine, pollo, pesce e frutti di mare, prodotti lattiero-caseari, frutta, verdura, ortaggi, uova, pesce, crostacei, molluschi ed altri invertebrati acquatici. Sono esclusi vino ed alcolici, tabacco e cereali.
David Escher, che sovrintende il marketing dei formaggi svizzeri, ha dichiarato a Bloomberg che le aziende svizzere intendono sfruttare al massimo l’embargo voluto dalla Russia sulle importazioni di merci provenienti dall’Unione Europea. La Confederazione deve solo attrezzarsi per adeguare e intensificare la produzione interna.
Zeljko Sertic, Presidente della Camera di Commercio della Serbia (PKS), cogliendo l’opportunità di incrementare notevolmente le esportazioni serbe, godendo questa Nazione dal 2000 di un molto favorevole accordo di libero scambio con la Russia, ha inviato una richiesta a tutte le autorità locali di recuperare aziende che hanno il potenziale per esportare in Russia.
Cosicché, tante aziende croate, bulgare e dell’area balcanica, stanno valutando di utilizzare la Serbia come rampa per accedere ai mercati russi. Una triangolazione che decine di aziende anche italiane hanno colto, ma che ha disturbato i vertici di Belgrado e di PKS, decisi ad opporsi a “certe macchinazioni”, per salvare la faccia o la facciata.
Da canto suo, Bruxelles sollecita anche la Serbia, prossimo aspirante membro della Comunità Europea, ad allinearsi alle direttive dell’embargo e ritiene che comunque essa debba fare la sua parte per rispettare la politica estera Ue.
Stando alle statistiche ufficiali, il valore dei prodotti agricoli che la Russia importa dall’estero ammonterebbe a circa 40 miliardi di dollari. Le sanzioni introdotte dalle autorità russe interessano circa il 10% delle esportazioni agricole.
Comunque, nonostante gli allarmismi delle categorie merceologiche nazionali, dalla competente Commissione europea viene fatto osservare che i ridimensionamenti economici delle esportazioni sono difficili da calcolare sulla base dei dati 2013, e ora non c’è emergenza, tuttavia qualora nel futuro si dovesse verificare, tra i vari strumenti per le compensazioni «si potrebbe mettere mano alla riserva di oltre 400 milioni di euro prevista dalla Politica agricola comunitaria».
Maura Sacher
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