È stata presentata nella recente edizione di Vinitaly una ricerca sulle vendite di vino nella grande distribuzione, e nell’incontro si sono confrontati i punti di vista di Federvini, Unione Italiana Vini, Coop, Conad, Carrefour.
È emerso che tra i criteri utilizzati per la scelta del vino da parte dei consumatori che lo acquistano nei supermercati, prevale il colore (bianco, rosso, rosato), la denominazione di origine, poi il prezzo, e per ultimo il criterio della regione di appartenenza.
La grande distribuzione ha migliorato sensibilmente la propria offerta – ha fatto notare la rappresentante di Federvini, Roberta Corrà (anche Direttore generale di Gruppo Italiano Vini) – con marche note, legate al territorio, e pure con prezzi elevati. Inoltre, è stato sottolineato che la Gdo può fare ancora molto nel campo della comunicazione del vino, come ha detto Luigi Rubinelli, Direttore di Retail Watch e moderatore della tavola rotonda: «Il reparto dei vini ha bisogno di atmosfera (…) servono informazioni, in genere ne sono presenti poche, e vanno suggeriti gli abbinamenti col cibo, è veramente raro trovarli».
Tuttavia, a modesto parere di una dei tanti acquirenti di vini al supermercato, per comodità (altre ricerche sugli acquisti hanno indicato le donne come le più attente nella scelta rispetto agli uomini in generale), se la prima scelta viene fatta in base al colore, significa che una certa sensibilità all’abbinamento al cibo sta già alla base dell’orientamento all’acquisto.
Badare al prezzo (già ai limiti minimi del guadagno per le aziende fornitrici della Gdo), a mio punto di vista, è forse un criterio adottato da consumatori “indifferenti” alla etichetta, quelli che hanno fretta di acquistare una bottiglia per la cena, quelli che non si preoccupano degli abbinamenti con il menù offerto ai propri invitati, salvo puntare su un prodotto Doc unicamente per fare bella figura con gli ospitati.
Ben vengano, comunque, i cartelli informativi sugli scaffali nel supermercato, utili ai “principianti” per il loro approccio ai vini, mentre noi altri, più smaliziati, siamo consapevoli che nelle nostre scelte, oltre al “colore” che ci serve per i nostri piatti, adottiamo in primis il punto di vista dell’appartenenza al territorio, al di là delle sigle Doc, Docg, Dop, Igt, Igp, e al di là del prezzo, in armonia con il menù che vogliamo presentare.
Con buona pace di coloro che si ritengono “esperti” e snobbano i supermercati per i loro acquisti di vino, consapevoli del ricarico che ci mettono gli esercizi commerciali specializzati, come per esempio le enoteche.
Maura Sacher
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