I Viaggi di Graspo

A Conselve GRASPO porta tutte le sfumature della Biodiversità

A Conselve GRASPO porta tutte le sfumature della Biodiversità   La festa è di quelle importanti con migliaia di visitatori, la serata è ideale per un confronto

A Conselve GRASPO porta tutte le sfumature della Biodiversità

 

Roberto Lorin e Aldo Lorenzoni

La festa è di quelle importanti con migliaia di visitatori, la serata è ideale per un confronto a tutto tondo sui temi che stanno affascinando e cambiando in modo sostanziale il mondo non solo della viticoltura ma dell’agricoltura più in generale.

Siamo a Conselve in provincia di Padova ma con vista sul mare Adriatico e con sensibilità e vocazioni produttive in continua evoluzione, ospiti di Coldiretti Padova e del suo presidente Roberto Lorin che guida anche la locale e dinamica Cantina di Conselve.

Ma per una volta non parleremo solo di GRASPO e dei tanti vitigni rari della Provincia di Padova presentati in una esclusiva e partecipata esperienza di degustazione ma anche di Agroforestazione e di Biodiversità non solo viticola.

Sivia Tinazzi

Lo facciamo insieme con una travolgente e motivante Laura Tinazzi, titolare di una piccola azienda a Montorio alle porte di Verona, che fingendo di raccontare la sua storia ci trascina invece nel suo magico mondo con le sue esperienze di recupero concreto del paesaggio rurale storico di coltura promiscua.

In località ‘Rugolana’ a Montorio – spiega Laura Tinazzi – è stato individuato un frammento di paesaggio storico. E’ stato un onore poterlo ristrutturare perché non vada perduta la memoria di quello che era e perché sono convinta che il ritorno a forme di agricoltura più sostenibile oltre a produrre alimenti di alta qualità è anche un servizio agro-sistemico che viene fatto a tutta la comunità.

Il frammento di paesaggio storico è costituito da 5 filari di vite con piante di età variabile dai 50 ai 70 anni, in parte maritate a piante da frutto quali il mandorlo, il fico, il ciliegio e alcune essenze arboree come l’orniello o sostenuti da tutori morti in castagno. Tra i filari è stata ripristinata la coltivazione dei cereali quali la segale e il frumento andando così a ricostruire fedelmente il metodo di conduzione esistente fin dal 1700.

Silvia Tinazzi con Roberto Lorin

Tale sistema può definirsi tridimensionale in quanto vi erano i seminativi a terra, le viti a metà e superiormente le piante da frutto. Coltivati in questo modo gli appezzamenti fornivano alle famiglie tutto ciò di cui avevano bisogno e precisamente: dai cereali si ricavava la farina e la polenta, dai prati il fieno per gli animali, dalle vigne il vino e dagli alberi la frutta, la legna da ardere e quella utilizzata per fare cesti, riparare attrezzi e le ‘strope’ per legare le vigne.

I gelsi venivano utilizzati per praticare la gelsibachicoltura e ricavare bozzoli di seta da utilizzare come merce di scambio, gli animali di bassa corte e la piccola stalla fornivano uova, carne e latte, le api il miele.

Tutta questa biodiversità portava ‘Rugolana’ ad essere un’oasi felice piena di vita e di persone che andavano e venivano per scambi di beni essenziali ma era anche luogo ideale per le relazioni umane ..valori che mi piacerebbe rigenerare e condividere conclude Laura Tinazzi.

Luigino Bertolazzi durante l’incontro

Un tema quello della Biodiversità particolarmente caro a Roberto Lorin che ha ricordato come prima della fillossera, la configurazione ampelografica della provincia di Padova era ben diversa dall’attuale con un gran numero di cultivar sia a bacca bianca, rossa e anche rosata.

Tali vitigni si erano andati selezionando nel corso dei secoli da viti indigene, o erano stati importati da altri paesi e successivamente diffusi in una determinata zona.

Importante è stata all’inizio una forma empirica di selezione massale, la quale ha fatto in modo che fossero propagate popolazioni che riunivano in sé particolari pregi di qualità, di produzione, di adattabilità alle condizioni colturali pedologiche e climatiche di un determinato ambiente.

Tale processo, spesso, è durato per secoli e ciò fa immaginare il valore che venivano ad avere le cultivar una volta che era stata riconosciuta la loro validità di coltivazione.

Si poteva allora disporre in sostanza di un patrimonio genetico adatto di grande valore.

Purtroppo con la ricostruzione viticola dopo la fillossera per improvvisazione e anche scarsa competenza si è proceduto a introdurre o scartare un vitigno non sempre basandosi su dati rigorosamente scientifici, frutto di prove sperimentali, bensì su elementi spesso soggettivi o poco ponderati.

È accaduto così che un grande patrimonio genetico è andato perduto o si è ridotto ad un numero molto esiguo di esemplari destinati purtroppo all’estinzione.

Evidente quindi che anche le vecchie cultivar padovane, ora in gran parte quasi estinte, possano racchiudere in sé quell’importante patrimonio genetico che se debitamente riscoperto, studiato e valorizzato, potrebbe portare ancora notevoli vantaggi alla viticoltura e all’enologia della provincia.

Sul fronte del recupero di questi antichi vitigni storici di Padova spiega Luigino Bertolazzi di GRASPO molto é stato fatto anche nel recente passato dal Crea e sicuramente il campo di confronto realizzato presso l’azienda il Serraglio in località Boccon di Vò di proprietà di Dal Betto Mario è uno degli impianti più suggestivi , completi e meglio conservati.

Si tratta di un intervento realizzato nel 1996 mettendo a dimora una serie di varietà che potremo definire tipiche dei Colli Euganei come Corbinona, Marzemina Grossa o Bastarda, Turchetta, Pattaresca, Pedevenda, Cavrara, Dorona e Vernazola.

Tutte varietà che GRASPO ha microvinificato per essere messe a disposizione di enologi produttori ed appassionati come qui a Conselve.

Tra le più interessanti la Vernazola una varietà storicamente da sempre coltivata nel Padovano.

La piantata storica di uva Vernazola di Gianmarco Guarise ad Urbana.

Era l’uva più pagata sul mercato di Montagnana già nel 1898 e sono ancora numerose le vigne coltivate di questo vitigno sul nostro territorio, certificate da numerosi test del DNA e da alcune piantate storiche ultracentenarie.

Questa varietà è oggi conosciuta ufficialmente come Bianchetta Trevigiana e con questo nome autorizzata per la coltivazione in alcune provincie Venete ma non a Padova.

Per questo sarebbe urgente operare in due direzioni, la prima autorizzarne la coltivazione anche in questa Provincia e la seconda far inserire tra i sinonimi ufficiali della Bianchetta anche Vernazola, nome con la quale questa varietà è qui chiamata dall’800.

La Pedevenda è invece una varietà molto nota e coltivata da sempre soprattutto sui Colli Euganei (Piè del Venda) nota anche con il sinonimo di Verdise.

Purtroppo oggi questa varietà non può essere coltivata nel Padovano dove da sempre era segnalata, ma ha l’autorizzazione per essere stranamente coltivata solo in un piccolo areale della Provincia di Vicenza.

Si auspica quindi che sia giunto finalmente il momento di autorizzarne la coltivazione là dove è stata segnalata all’origine.

La Pattaresca è un vitigno straordinario estremamente moderno che può riservare tante soddisfazioni e nuove attenzioni ai nostri produttori.

Questo vitigno è stato recentemente iscritto al Registro del Ministero grazie al CREA di Conegliano.

Perchè questa iscrizione non rimanga sostanzialmente inutile é importante richiedere l’autorizzazione della sua coltivazione in questa provincia.

Vitigni dal passato quindi ma con un grande futuro tutto da scrivere.

Il viaggio continua


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio