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Come ti semplifico il disciplinare

Sono due i commi dell’art. 43 del Decreto legge semplificazione numero 76 del 16 luglio scorso che stanno sollevando polemiche e critiche nel mondo enologico italiano.
Il comma  7, che aggiunge alle norme esistenti che in caso di calamità naturali o condizioni meteorologiche sfavorevoli ovvero  di  adozione
di misure sanitarie o fitosanitarie straordinarie si possa temporaneamente non rispettare il disciplinare di produzione.
E il comma 7bis il quale aggiunge che in caso  di  dichiarazione  di  calamità naturali  ovvero  di adozione di misure sanitarie o fitosanitarie, o altre cause di  forza maggiore, riconosciute  dall’Autorità competente,  che  impediscano
temporaneamente agli operatori di rispettare il disciplinare  di produzione, è consentito imbottigliare un vino al di fuori  della pertinente zona geografica delimitata.
Norme che semplificano certo, che vanno incontro ai tantissimi produttori vinicoli italiani, ma a quale prezzo? E davvero è necessario questo per semplificare la vita dei nostri vignaioli?
Anche se purtroppo in Italia, Doc e Docg non sempre sono sinonimo di un ottimo bicchiere è anche vero che il disciplinare rimane per il consumatore garanzia di pratiche lecite, di vitigni consentiti, di zone di produzione e imbottigliamento rigide. Una tutela per il consumatore che a priori può conoscere cosa troverà nel proprio calice ma soprattutto per il produttore che vede tutelato il proprio marchio da contraffazioni o frodi, soprattutto quando si tratta di denominazioni prestigiose.
Tutti gli eventi che stando al DL potranno far derogare al disciplinare, per la maggior parte comprometterebbero la qualità del prodotto o anche ne favorirebbero la contraffazione. Da sempre, in caso di un’annata in cui sia impossibile garantire lo standard del disciplinare, il vino viene prodotto come IGT o da tavola. Guadagni inferiori forse, ma tutela di un marchio che in prospettiva futura, ne protegge e ne rafforza il prestigio.
Le maggiori sigle sindacali del mondo agricolo sono insorte. Una deroga ai disciplinari è anche per loro inammissibile perché tenderebbe a legittimare pratiche sleali da sempre combattute e arginate con tanto impegno. Il rischio è quello di snaturare le caratteristiche del vino regionale, un modello di Made in Italy costruito con fatica negli anni e conosciuto nel mondo, rischiando così di compromettere il valore delle nostre produzioni.
Il Dl semplificazione dovrà essere trasformato in legge, pena la decadenza, entro 60 giorni. C’è ancora la speranza che le tante voci che sono insorte contro questa novità vengano recepite.

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Sonia Biasin

Giornalista pubblicista, diploma di sommelier con didattica Ais e 2 livello WSET. Una grande passione per il territorio, il vino e le sue tradizioni.

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