Tribuna

Colli Bolognesi: tradizione del gustodi Pier Luigi Nanni

di Pier Luigi Nanni  Nel territorio della Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi”, la produzione del parmigiano reggiano, prelibato prodotto caseario di antiche e nobili origini, è diffusa sia nell’area modenese che in quella bolognese.
Il latte prodotto in queste zone è sempre di alta qualità e presenta la spiccata attitudine alla caseificazione e rende questo formaggio particolarmente saporito e nutriente. Le tecniche di lavorazione assolutamente naturali, praticamente immutate da almeno otto secoli (!), sono la garanzia della massima genuinità: non è utilizzato alcun ingrediente chimico aggiunto in quanto sono esclusivamente l’arte del casaro e l’azione del calore a trasformare il latte in formaggio, inoltre, la stessa stagionatura, assolutamente naturale, della durata da 12 a 36 mesi senza alcuna accelerazione o modificazione indotta.

In cucina, oltre a rappresentare il condimento insostituibile per pastasciutte, minestre e saporite zuppe, il parmigiano costituisce un ingrediente importante di numerose e pregevoli preparazioni gastronomiche.
Il nettare di Bacco che si produce nel Comprensorio Colli Bolognesi, in un’area contenuta pari a circa 1500 ha è veramente poca cosa se paragonato ad altre zone DOC in cui l’estensione territoriale è decisamente molto più grande, ma … a piccola area corrisponde una certa e riconosciuta elevata qualità!

Le colline che si estendono tra Bologna e Modena vantano una tradizione pluri-secolare nella produzione di vini ed in tutto ciò che la viticoltura stessa rappresenta in questi quattordici piccoli comuni situati a sud di Bologna e delle consolari Via Emilia e Via Claudia in direzione dell’unico comune modenese, Savignano sul Panaro, sito alla destra del fiume omonimo, in cui si possono elaborare le nove tipologie dei vini DOC Colli Bolognesi.

Nel corso degli anni, mettendo a frutto la spiccata vocazione del territorio che comprende la maggioranza dei comuni della “Strada dei Vini e dei Sapori – Città Castelli Ciliegi” ai vitigni tradizionali se ne sono aggiunti altri, in quanto essendo dotati di elevate caratteristiche enologiche, si stanno facendo sempre più conoscere ed apprezzare.

Il frutto di questo costante ed appassionato lavoro, è una produzione vinicola ampia e qualificata, che ha ottenuto con barbera, merlot e cabernet sauvignon, vitigni a bacca nera arrivati sul territorio nella seconda metà dell’800, contemporaneamente ai bianchi sauvignon, pinot bianco, riesling italico, chardonnay ed ai sempre presenti albana e trebbiano di Romagna, mentre l’autoctono “pignoletto” merita un breve approfondimento.

Già conosciuto nel 1° sec d. C. da parte di Plinio il Vecchio in quanto riportato nell’annuario enologico dei cento vini più noti e famosi di allora, “Naturalis historia”, il più famoso trattato di agricoltura da sempre riconosciuto come tale. Dal “pinus leato” di venti secoli or sono, il pignoletto è da sempre considerato il “Re dei Colli Bolognesi”, in quanto identifica peculiarità, passione ed amore per questa terra che nella naturale asprezza ed avversità, ripaga sempre le laboriose genti che l’amano e la rispettano.

I comuni di Castello di Serravalle, Monte San Pietro, Zola Predosa e Monteveglio in cui vi è la sede del Consorzio Vini Colli Bolognesi, fanno parte del novero nazionale delle “Città del Vino”.

Professionalità e cortesia con cui si è accolti e consigliati durante le degustazione ed acquisti, non devono far dimenticare gli eventi culturali, manifestazioni ricreative e della tradizione popolare che vengono proposti annualmente come un rito propiziatorio, sicuramente gioiose e goderecce. Itinerari per il week-end e gite domenicali con visite ad aziende e cantine, passeggiate tra vigneti, parchi e borghi dimenticati dal tempo, facendoci ricordare che la vita comprende anche questi momenti, necessari, fatti di piccole cose e sfumature che la frenesia di tutti i giorni non ci permette di cogliere e goderne pienamente.


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Redazione

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