Stile e Società

Ci fidiamo del suino italiano

Che la carne di maiale, nei suoi tagli e derivati, fosse italiana ce lo garantiva già il macellaio da cui l’acquistavamo, ma ora stiamo più sicuri, ce lo conferma una delle maggiori aziende nostrane della trasformazione del suino.

“Andare incontro alle richieste del consumatore”, quante volte si è sentita pronunciare questa frase dai grandi produttori che cambiavano colori ai vini e agli spumanti (esempio le sfumature dei rosé), che inventavano formati di bottiglie e scatolette, a loro dire ascoltando “il mercato”, le “esigenze del cliente” mentre ascoltavano le proposte delle agenzie di marketing designer. Il bisogno del cliente, del consumatore, è solo uno: affidarsi alla bontà del prodotto, alla serietà del produttore, alla verità di quanto scritto sull’etichetta, alla genuinità del prodotto italiano 100%.

È questo che ha capito l’azienda Levoni, con sede a Castellucchio (Mantova), che da oltre 100 anni tramanda da una generazione all’altra il sapere della produzione di salumi di qualità, ed ha fatto bene Nicola Levoni, l’attuale Presidente, a presentare la filosofia della propria azienda alla giornata di apertura di Cibus, Salone Internazionale dell’Alimentazione di Parma.

“Tutti gli oltre 300 salumi a marchio Levoni sono ottenuti da suini nati, allevati e trasformati in Italia” ha dichiarato. E, per inciso, Mantova è la prima provincia lombarda per numero di capi allevati, e fornisce cosce per i prosciutti DOP Parma e San Daniele.
Con il nuovo slogan «O tutto, o niente. Noi abbiamo scelto tutto», l’azienda Livoni si riferisce al suino del tutto italiano, ove quel “tutto” va oltre il concetto di Made in Italy, escludendo le trasformazioni in Italia di materia prima proveniente dall’estero, che malauguratamente, diciamo noi, è troppo diffusa prassi, non solo per le carni.

Nell’ottica delle esigenze/necessità del consumatore, non è male sapere che i salumi Levoni oggi sono senza glutine né lattosio, e sono stati eliminati ingredienti che possono creare problemi alle persone intolleranti.

Maura Sacher


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