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C’era una volta il compagno di banco

Il compagno di banco, ai nostri tempi che furono, quelli dei ricordi di scuola, aveva diverse tipicità, a seconda del ciclo di studi che frequentavamo.

O era l’amichetto dell’asilo con cui ci ritrovavamo alle elementari e poi alle medie, sistemandoci nello stesso banco prima che l’insegnante distribuisse i posti.
O quello che ci era assegnato secondo la nostra altezza,.
O era il compagno assegnatoci per imprevedibilità, con cui dovevamo condividere solo le ore di lezione, mentre erano altri quelli con cui mantevamo l’amicizia del cuore.

Con il compagno di banco, un tempo, diventavamo alleati in qualche occasione, e spesso veri amici. Ci si copiava i compiti in classe, ci si sosteneva con i suggerimenti nelle interrogazioni.
Ci si fidava di lui.

I giovani di oggi, da quasi 2 anni, non ce l’hanno, il compagno di banco. Perché neanche i banchi hanno avuto, ma tavolini dove star seduti da soli un giorno e tre no, un settimana sì e tre no, più o meno.
Le lezioni si sono seguite da casa propria, spesso sdraiati nel proprio letto, in pigiama, in quella che è stata definita “didattica a distanza”, ovvero DAD, con gli insegnati a mezzo busto.

Solo i genitori sanno con quanti sacrifici, e quali spese.

Per di più, attraverso uno strumento, pc, tablet, smartphone, che erano stati banditi dalle classi, considerati elementi disturbatori della concentrazione egli allievi.

Questi ragazzi oggi quasi non si conoscono tra di loro.
Non hanno fatto in tempo a sviluppare una sintonia di conoscenza, tanto meno un’intesa, una complicità.
Hanno avuto così poco tempo per vedere in faccia i compagni di classe che, quando torneranno a fare lezione definitivamente in presenza, e non da remoto, saranno storditi, come reduci da un trauma collettivo.

Senza considerare quello che (non) hanno appreso in questi due anni, e quello che resterà nella loro formazione quando decideranno di intraprendere una carriera amministrativa, manageriale e addirittura politica.

Passeranno anni, quando questi nostri attuali giovani potranno avvalersi della fiducia di un vero compagno di banco, con cui percorrere non solo un pezzo di ciclo di studi, bensì una parte di vita.

Maura Sacher


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