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Caro Francesco un altro giorno é andato

Righe in libertà dedicate a Francesco Guccini. Il Poeta dice poi “ la sua musica ha finito” ed è, purtroppo, proprio il caso di usare le parole di questa tua bellissima poesia – canzone caro Francesco per prendere atto con grande dispiacere della tua decisione di non fare più concerti.

Per usare un gioco di parole devo dire che sono sconcertato ma me lo aspettavo. Ho visto quando in televisione lo hai annunciato nel programma di Fabio Fazio e mi ha preso un tuffo al cuore ripensando ad un periodo estremamente lungo e davvero molto ricco della vita, non solo la mia, che si chiude.

Speravo in un ripensamento ma tu caro Maestrone non sei come quei tuoi presunti o quasi colleghi che quando vedono scendere la loro popolarità annunciano solennemente le loro ultima tournee ed il loro ultimo disco, salvo poi riapparire a breve dopo aver fatto esternazioni ridicole. Tu non hai bisogno di questi sotterfugi. E difatti in occasione della festa per l’uscita del tuo stavo per dire disco ma più cd “L’ultima Thule”  e dei festeggiamenti per il compleanno di tua figlia Teresa mi hai riconfermato con estrema semplicità il tuo proposito.

Niente più epiche trasferte e ritorni alla Kerouac, on the road, folle immense e a questo proposito voglio ricordare Roma 1979 al Testaccio il doppio del pubblico di un certo Bob Dylan, niente più pre concerti molto familiari nei camerini con amici e persone che ricomparivano dopo anni e si rincontravano con grande piacere, niente più pantagruelici spuntini, niente più cene protratte fino ad orari antelucani dopo il concerto.

Niente più “Canzone per un’amica” che si chiama in realtà “In morte di S. F.” all’inizio e l’icona Locomotiva alla fine. Sono davvero un privilegiato per aver fatto tante tourneé con te e gli altri amici, primo fra i quali Renzo Fantini, e di aver visto decine dei tuoi concerti fin dall’inizio degli anni settanta. Ogni volta era un’altra volta, mai una serata è  stata uguale alle altre. In occasione della presentazione del DVD “La mia Thule” l’altro giorno non hai escluso di fare qualcosa insieme ai Nomadi per i cinquantanni della loro carriera. Magari!

Porto nel mio cuore la speranza che tu appunto ci ripensi ma capisco che non ne hai più voglia. Ti ho sempre ammirato e rispettato e ti considero uno dei pochi e veri amici che ho e una delle poche persone che mi hanno aiutato quando ho avuto problemi, cominciando con l’ascoltarmi. Per tutto ciò e per le magnifiche giornate e serate passate insieme in una “boheme confortevole  giocata fra case e osterie” e non solo ti sono immensamente riconoscente e voglio salutarti affidando ad un bicchiere che voglio bere presto in compagnia tua e di Raffaella, ma poi perché uno solo, di rosso saggio come nella canzone i nostri tanti perché.

Umberto Faedi


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Redazione

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