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Aumento di consumi di alcolici in tempo di pandemia, c’è più di una ragione

Non tutto si ferma con le raffiche impazzite di lockdown.
Grazie alle straordinarie potenzialità di Internet, basta un computer ed il mondo reale ti si para davanti.

Non si fermano le più svariate indagini di osservatori sulle tipologie di prodotti alimentari, sulle preferenze di acquisti in base alle etichette per marche, alle proprietà ritenute più salutari, sulle vendite dirette oppure on line di vini e liquori, e inoltre su consumi per fasce d’età e per sesso.

Mentre nell’anno 2020 è stato osservato un calo dell’esportazione/importazione nel comparto agroalimentare, a causa del Covid, il movimento interno dei consumi pare abbia subito un buon tasso di rialzo, nonostante le chiusure dei bar e dei ristoranti e di tutto il canale Horeca.
Certamente ha inciso la crescita, specie nell’ultimo anno, di molte enoteche “digitali” con offerte di selezioni di qualità, e soprattutto la digitalizzazione delle vendite da parte di Cantine e Aziende vinicole, con cui hanno fatto abilmente fronte ai cali nella Gdo.

Varie fonti hanno voluto mettere in relazione il consumo di alcolici e la protezione dal Covid19, alcune destituendo da ogni fondamento (fake news) la convinzione che l’assunzione alcol possa rinforzare le difese immunitarie.

Intanto un portale internazionale leader in Europa nella comparazione dei prezzi ha divulgati i risultati di un controllo sulle “intenzioni di acquisti” degli Italiani nel periodo 2020 vs 2019, quindi in piena circolazione di un virus da cui non i governi non sanno come difendersi.

I loro ricercatori hanno scoperto che l’interesse online nei confronti degli alcolici è più che raddoppiato nello scorso anno in Italia (+110,2%) e maggiormente da parte dei giovani nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni (+209,2%).

Nel contempo vi è stata una crescita di interesse personale nella fascia degli over 65 (+27,0%).

Il boom delle scelte spetta ai vini (+446,0%), seguiti da Cognac e Brandy (+247,6%), e poco al di sotto si piazzano Vodka, Whisky e Gin.

Sappiamo tutti che il miglior modo per gustare un vino o un’altra bevanda altamente alcolica, in modo consapevole, è trovarsi in buona compagnia, circondati da amici e in modalità conviviale.
Realtà che oggettivamente gli allarmi sulla pandemia ha reso impossibile attuarsi. Gli italiani si sono messi in «home drinking»?

Questo governo, con la scusa della pandemia, ci ha reso tutti dei solitari, degli eremiti (tra l’altro in gregge con la museruola perenne), e invece di lasciarci andare in chiesa a pregare ci ha chiusi nelle nostre dimore con l’unica consolazione di una bottiglia!
Ci hanno fatto confondere lo “spirito”!?

Maura Sacher


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