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Arrivata l’ufficialità sulla taglia minima delle vongole

La riduzione della taglia minima delle vongole è una decisione presa a tutti gli effetti. Entrerà in vigore il 1 gennaio 2017 e varrà per tre anni.

È quanto dichiarato dal Sottosegretario con delega alla pesca, Giuseppe Castiglione, a proposito del via libera definitivo dato dal Parlamento europeo e dal Consiglio al piano di gestione dell’obbligo di sbarco delle vongole presentato nei mesi scorsi dall’Italia, che prevede – tra l’altro – la riduzione della taglia minima (da 25 a 22 millimetri) delle vongole.
Nei prossimi giorni il regolamento delegato verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.

“Sotto il profilo procedurale, il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno formalizzato alla Commissione l’intenzione di non opporsi al regolamento delegato che recepisce il piano dell’Italia. Eravamo fiduciosi sul fatto che non sarebbero sorti problemi, dopo l’intenso lavoro svolto in sede europea – ha aggiunto il Sottosegretario – ma abbiamo seguito con la massima attenzione i passaggi conclusivi. La questione della riduzione della taglia minima delle vongole è, quindi, chiusa e l’impegno assunto con i pescatori è stato rispettato”.

La taglia accettabile è stata, dunque, ridotta da 25 a 22 millimetri per un periodo di tre anni di ‘sperimentazione’ a partire dal gennaio 2017, con un 5% di tolleranza.

Dalla Legge 154/2016 (collegato agricolo), ai vari ultimi decreti sui piccoli pelagici in Adriatico, pesce spada, misure tecniche, adeguamento della potenza motrice delle imbarcazioni, per finire con gli apparati di controllo, diverse sono le tegole cadute sulla testa dei pescatori negli ultimi mesi; lo testimonia il crescente disagio che si registra nelle marinerie, e che spesso sfocia in protesta.
Gli operatori non possono vivere nel terrore quotidiano di commettere controlli-sul-pescatoinfrazioni, talvolta anche banali ed involontarie, ma che possono generare sanzioni salatissime, punti sulla licenza di pesca, sequestri di prodotto e di strumenti.
Ci rimettono prima di tutto le loro famiglie, e poi i consumatori, il turismo gastronomico e alla fine l’economia nazionale.

Le rappresentanze dei pescatori, che raffigurano in Italia una flotta di circa 710 imprese e oltre 1600 addetti, da tempo chiedevano al Governo considerazione, tavoli di confronto e di consultazione, ma specialmente una decisa difesa presso le sedi UE competenti.
Con gennaio 2017, almeno questa querelle è vinta.

Maura Sacher


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