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Antonio Longanesi il babbo del Bursòn

La Romagna é una terra affascinante, ricca, bella e sorprendente. É divisa in tre zone: la costa, la Bassa Romagna sotto la Via Emilia, le colline e le montagne.

Il paese ove andando ci accompagna l’azzurra vision di San Marino scriveva Giovanni Pascoli.

È conosciuta non solo per la sua cultura, la sua storia, la sua gastronomia, le persone che hanno dato fama a questa terra.

E per i suoi ottimi vini. E uno di questi vini romagnoli più particolari lo dobbiamo ad una persona. Antonio Longanesi se ne é andato alla soglia dei cento anni.

Il soprannome della sua famiglia, Bursòn, ha dato il nome a questo vitigno e ad un vino assai particolare.

Antonio era solito passare molte ore in un capanno di caccia ubicato in un suo podere a Boncellino, vicino a Bagnacavallo.

Boncellino é il luogo natio di Stefano Pelloni, famoso brigante noto come Passator Cortese e antenato di Raffaella Carrà.

Notò che gli uccelli erano particolarmente attratti da una pianta di vite quasi inselvatichita maritata ad una quercia che ho visto insieme a lui.

Assaggiò l’uva che cresceva sulla pianta, la trovò dolce, gradevole. Innestò la pianta e cominciò a coltivarla. Raccolse l’uva e provò a vinificarla.

E così attorno al 1955/1956 ebbe origine il Bursòn. Lui preferiva ottenere un vino molto abboccato e tutti gli anni si teneva da parte alcuni quintali di uve che poi vinificava a suo piacere.

Uomo mite e generoso regalò marze della pianta ad altri viticoltori suoi vicini.  È stato nominato Cavaliere della Repubblica Italiana per il contribuito dato allo sviluppo dell’agricoltura e la valorizzazione della enologia italiana.

I comuni della Bassa Romagna nei quali si coltiva l’Uva Longanesi sono Bagnacavallo, Cotignola, Fusignano, Godo, Lugo e Russi. Ettari di Uva Longanesi sono ubicati pure in località Santa Lucia sulle dolci colline di Faenza.

Suo nipote Daniele é il presidente del Consorzio Il Bagnacavallo che si é costituito nel 1999 dalla iniziativa di 15 soci e che attualmente ne annovera 30.

Nel 2000 l’Uva Longanesi ha ottenuto l’iscrizione nel Registro delle Varietà. Il Bursòn viene proposto in due tipologie: Etichetta Blu ed Etichetta Nera.

Etichetta Blu segue il processo fermentativo della macerazione carbonica mentre Etichetta Nera nasce dall’appassimento delle uve su graticci e dal successivo affinamento in botte per due anni.

A Bagnacavallo l’enologo del Consorzio Sergio Ragazzini organizza da anni insieme all’editore di egnews Francesco Turri una serata nella quale il Bursòn viene confrontato con altri grandi vini rossi facendo sempre una ottima figura.

Umberto Faedi 


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Redazione

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