Stile e Società

Anche il Tignanello nel mirino dei falsari e truffatori

Venne alla luce che vino rosso comune veniva proposto come Rosso di Montalcino e Brunello alterando i registri di cantina ed emettendo fatture false.

Anche il Chianti DOCG e IGT veniva mescolato e ammorbidito con Cabernet, Merlot e Syrah e altri vitigni non autorizzati dal disciplinare.

Recente la scoperta del falso Sassicaia da parte dell’ICQRF di Firenze.

E sempre a Firenze i NAS hanno individuato una banda che si è addirittura presentata ad una fiera del vino in Cina proponendo Brunello, Chianti e altro Sassicaia fasulli.

L’operazione denominata “Geminus” condotta in collaborazione con i NAS di Padova ha portato ad indagare tre persone di nazionalità cinese e quattro italiani.

L’inchiesta è partita da una segnalazione da parte della Tenuta San Guido di Bolgheri.

Grazie alle fotografie fornite dalla famiglia Incisa della Rocchetta sono state individuate bottiglie finte. Presentate alla “The China Food, Wine and Drinks Fair” che si tiene ogni anno a Chengdu.

Era una azienda vinicola ubicata in provincia di Pistoia con ramificazioni nel Chianti e a Montalcino a produrre il vino.

Il traffico era iniziato nel 2015 tramite società di import – export con sedi in Italia ed in Cina.

Le bottiglie italiane sono molto apprezzate nel mondo ed ogni anno ammonta ad oltre 100 miliardi di euro il lucroso affare dei falsi.

Ora irrompe sulle scene un falso Tignanello proposto da Tannico anche se per il momento si tratta di una sola bottiglia.

Noto e importante portale propone bottiglie di pregio di vini italiani ed esteri, biŕre, distillati e champagne.

Nato nel 2015 si fregia del titolo di enoteca dei vini italiani più grande del mondo (?). Succede che un cliente affezionato ma definito avvezzo a fare polemiche ha acquistato una bottiglia di Tignanello annata 2001 rivelatasi fasulla.

Esaminando l’etichetta creata nel 1974 dal grafico Silvio Coppola per la prima uscita del vino toscano risulta evidente la differenza: è palesemente più piccola.

La bottiglia in vendita a 185 euro su Tannico è ora al centro di una spinosa controversia.

Il Tignanello è una etichetta iconica per il Sangiovese toscano: fu il primo ad essere affinato in barrique e assemblato con Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.

I NAS DI Milano hanno convocato Magnocavallo che ha confermato che la bottiglia era falsa e l’azienda Antinori conferma che la bottiglia è un falso.

Il cliente bidonato Nicola Pollastri residente in provincia di Brescia, afferma di essere stato lasciato senza comunicazioni e ragguagli.

Magnocavallo dice di avere contattato il cliente proponendogli di restituire la bottiglia e Tannico per il momento non rilascia commenti.

Ha precisato che le bottiglie provengono da un cliente collezionista che ha proposto loro 6 bottiglie di Tignanello 2001 che sono state acquisite e proposte nel portale.

Le vecchie annate e le bottiglie definite “vini rari” vengono acquisite tramite aste,

cantine, collezionisti e ristoranti.

Tannico invita a non speculare sull’accaduto e a non offuscare la credibilità del sito.

Resta il fatto che appare inspiegabile come a Tannico non si siano accorti della differenza tra le etichette e di come, secondo il cliente buggerato, si siano comportati con lui.

Umberto Faedi 


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