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Anche gli chef italiani contro i bollini colorati

L’associazione di riferimento della cucina italiana nel mondo, “Le Soste”, esprime dissenso riguardo alle etichette semafori, con i bollini multicolore sulle confezioni di cibo, che dal 2013 il Regno Unito, allora ancora membro attivo dell’Unione Europea, ha pensato di introdurre,  forse per contrastare l’obesità che in Gran Bretagna ha assunto aspetti epidemiologici, iniziativa dai molti risvolti a livello di proposta legislativa UE.

L’obiettivo della manovra inglese è la classificazione dei prodotti sul mercato come più o meno salutari in base ai contenuti di grassi, sale e zucchero. Semaforo verde: alimenti sani, che possono essere consumati senza limiti; semaforo giallo: alimenti da mangiare con moderazione; semaforo rosso: alimenti poco sani, da mangiare una volta ogni tanto.

Da allora la maggioranza dei Paesi membri si era schierata contro, e nell’aprile dello scorso anno l’Europarlamento ha invitato la Commissione europea a riesaminare la base scientifica del sistema a semaforo. Il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, accogliendo le rimostranze delle categorie italiane rappresentative dell’agroalimentare, si era impegnato a far presente a Bruxelles che tale bollinatura colorata ”provoca danni economici e d’immagine ai nostri prodotti, non porta alcun beneficio per i consumatori e non promuove uno stile alimentare equilibrato o una dieta sana, classificando i cibi con parametri discutibili e approssimativi”.

Intanto, una simulazione di Federalimentare ha mostrato che il meccanismo di etichettatura a semaforo assegnerebbe la luce rossa al 28,3% dei prodotti alimentari esportati in Inghilterra..
Già stanno manovrando le grandi lobby industriali e alcune associazioni dei consumatori, per aggirare l’eventuale imposizione, nonostante la “Brexit”.

Gli chef de “Le Soste” ritengono si tratti di un sistema semplicistico nella classificazione nutrizionale, che penalizza molte eccellenze italiane, nonostante non siano dannose per la salute dei consumatori. Con questo meccanismo – sostengono, per bocca del presidente Claudio Sadler – «c’è il serio pericolo di ritrovarsi davanti al paradosso di un bollino verde assegnato a una bibita gassata con dolcificante, quindi ‘light’ e povera di zuccheri ma farcita di conservanti e coloranti,  mentre verrebbe assegnato un  bollino rosso a formaggi, salumi, olio, vino realizzati con i migliori metodi di lavorazione secondo metodi artigianali, selezionati dai grandi chef Le Soste per le creazioni dei piatti, biglietto da visita di pregio della migliore arte culinaria italiana».

All’iniziativa degli chef di “Le Soste” hanno partecipato anche le associazioni Ambasciatori del Gusto, CHIC, Euro Toques Italia, FIC, JRE.

A nostro parere, c’è una occulta gara, da svariato tempo, per penalizzare l’Italia a causa dell’eccellenza dei suoi prodotti, e si veda la bestialità delle quote latte che oggi mettono in pericolo anche il burro italiano, stante la normativa sulle etichette della produzione d’origine dei lattiero-caseari.

Maura Sacher


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