Dagli Usa viene importata l’ultima tendenza in fatto di cibo, la carne si mangia ma anche si beve, “dal tagliere al bicchiere” è l’annuncio e non è uno scherzo.
Un ristorante di Monza noto per le specialità dei suoi piatti di carne, si è voluto rinnovare all’insegna della sperimentazione, dando vita ad una versione 4.0 della ristorazione con una innovazione estrema (tanto per stare in linea con i programmi dello sviluppo del Piano nazionale Impresa, già di per sé arduo da interpretare ed applicare).
È un nuovo modo di scoprire e gustare la carne, annunciano i responsabili del locale e come tale la notizia viene divulgata dai media a cui è stato inviato il comunicato, in coincidenza della nuova apertura del locale rinnovato. Buona l’intenzione del ristoratore che si innova, saranno sicuramente apprezzati i drink mixati con grassi animali e vegetali fusi.
Tuttavia ci permettiamo di rilevare, che se in questo momento dove regna una tale confusione mentale tra i nostri governanti su come difendere la Costituzione, i nostri confini, le priorità dei bisogni dei cittadini e nel frattempo sono l’uno contro l’altro, l’introduzione di una innovazione gastronomica che viene da Oltreoceano e non ha nulla a che fare con la tradizione italiana, ovvero nella riconosciuta dieta mediterranea, ci lascia sbalorditi.
Può stare in un bicchiere di liquore al sapore della carne la nostra italiana specificità gastronomica?
Maura Sacher
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