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Alto Piemonte e Gran Monferrato ottengono il riconoscimento di Città Europea del Vino 2024

Va all’Italia il prestigioso riconoscimento annuale che premia la progettualità del vino in relazione con il suo territorio le sue eccellenze e la sua cultura.

Nella sede romana del Gambero Rosso è stato presentato il progetto che ha conquistato l’ambito riconoscimento di Città Europea del Vino 2024. Due territori straordinari per tutti gli amanti del vino, che insieme hanno dato vita ad un progetto di alto interesse capace di imporsi sugli altri candidati.

Un lavoro cooperativo tra realtà territoriali vicine ma diverse, che ha esaltato i tratti comuni mantenendo l’identità e il carattere di tutti i venti comuni Piemontesi coinvolti. Il vino come elemento centrale per due territori che esprimono denominazioni di grande interesse tra le più importanti in Italia e nel Mondo, ma anche una progettualità capace di proporre gli altri aspetti delle culture locali, valorizzandole in funzione di un’offerta turistica di grande interesse.

Un riconoscimento di grande importanza anche per l’economia del territorio, che con suoi 2300 posti letto propone accoglienza di grande livello qualitativo a chi cerca un turismo lontano dalle masse, fatto di esperienze enogastronomiche in un contesto naturale e paesaggistico di grande bellezza.

A presentarlo c’era il comitato promotore che ne ha seguito lo sviluppo e la realizzazione, introdotto da Angelo Radica Presidente Nazionale della Città del Vino che ha spiegato le linee guida dell’Associazione, che in seno alla Città Europea del Vino rappresenta le principali nazioni del continente per produzione e qualità dei vini, assegnando annualmente ad un progetto di territorio l’ambito titolo di Città Europea dell’anno.

Il Presidente ha spiegato come: “Città del Vino nasce nell’87 dall’iniziativa di 39 sindaci di comuni Italiani all’indomani della grande sciagura dello scandalo del metanolo, con l’obiettivo di ridare al vino la sua credibilità, macchiata da pochi irresponsabili che con le loro azioni criminali hanno dato discredito all’intera viticoltura Italiana.

Da allora sono state realizzate tante iniziative e manifestazioni che si ripetono ogni anno, mettendo in relazione il vino con gli aspetti del territorio per promuoverlo in ogni suo aspetto e contesto sociale, Città del Vino Europea dell’anno è una di queste”.

A seguire l’intervento di Mario Arosio Presidente del Comitato Promotore, che ha illustrato i punti principali su cui è costruito il progetto: “preservare la cultura contadina, valorizzare i borghi e il loro patrimonio artistico, creare percorsi culturali – paesaggistici, salvaguardare la biodiversità, concentrare il focus sulle eccellenze produttive del territorio, creare un approccio innovativo al turismo in una visione a lungo termine.

Lo scopo è la destagionalizzazione del turismo, con dati che già adesso confermano l’aumento delle presenze straniere in sorpasso su quelle nazionali nell’area. Attirare un pubblico interessato oltre che al vino, anche alle tante risorse di eccellenza gastronomica come i tartufi, oppure i funghi, che consentono all’offerta turistica di rimanere viva per tutto l’anno creando ricchezza economica per il territorio”.

Ha parlato poi il Vice Presidente del Comitato Promotore Umberto Stupenengo, sottolineando: “come territori profondamente simili anche paesaggisticamente abbiano però tante diverse identità culturali, quali l’eccellenza del riso o il comprensorio sciistico più grande d’Europa dominato dal Monterosa, il percorso dei laghi, come quello della fede o le colline del Monferrato patrimonio Unesco, oppure il supervulcano della Valsesia che dona grandi peculiarità ai vini del territorio e tante altre risorse ancora, e di come il vino sia il filo conduttore unificante tra questi due territori – aggiungendo come – soltanto tra Alto Piemonte e Gran Monferrato sono presenti 23 Doc e 14 Docg con vini di straordinaria eleganza a partire da Nebbioli dell’alto Piemonte, come Ghemme e Gattinara, alla dolcezza dei vini di Ovada, di Acqui Terme, al Grignolino al Barbera del Monferrato tutti di altissima qualità ma con una propria identità ben precisa.

Produzioni dai numeri contenuti legati alla cultura e alla tradizione contadina locali, che questo progetto aiuterà a diffondere anche grazie al nutrito programma di avvenimenti in calendario durante tutto l’anno”.

Sara Olivieri Assessore al Turismo di Ovada ha invece sottolineato come: ”il progetto va considerato anche come trampolino di lancio con cui far crescere un territorio dall’altissimo potenziale ma ancora da sviluppare pienamente, e come il lavoro cooperativo tra i due territori possa essere una forza trainante che  di fatto sta già dando risultati eccezionali in termini di presenze – l’assessore ha precisato come –  ad oggi tutte le strutture ricettive registrano il tutto esaurito fino a settembre quando inizieranno le vendemmie, realizzando così l’obiettivo della destagionalizzazione.

Il calendario di eventi anche qui avrà un’importanza fondamentale per promuovere il territorio, grazie a pacchetti turistici studiati per prolungare di diversi giorni la permanenza dei turisti. Nelle proposte sono presenti esperienze legate a diversi aspetti, che coinvolgendo anche le diverse associazioni culturali presenti sul territorio aiutano il coinvolgimento anche della popolazione e degli operatori locali”.

Marco Prosperi direttore del Consorzio Turistico del Gran Monferrato ha concluso gli interventi, completando il quadro del progetto con gli aspetti di marketing più strettamente legati ai criteri promozionali che guidano il progetto nella sua commercializzazione.

Dopo tante parole poi, i prodotti tipici dell’enogastronomia di questi territori hanno dato prova di se con una degustazione in cui hanno trovato spazio anche alcune proposte food realizzate da Marco Brioschi Chef di Gambero Rosso Academy. Insieme ai vini in accompagnamento, un assaggio dell’alto livello qualitativo che anche lontano dai luoghi originali di produzione ha reso bene l’idea di cosa possa aspettarsi chiunque scelga di visitare l’alto Piemonte e il Gran Monferrato.

Bruno Fulco

 

 

 

 


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