Tribuna

Al Vinitaly l’immagine di una viticoltura Ucraina che la guerra non ha risparmiato

Denys Khalupenko, viticoltore di Kherson porta la sua testimonianza e accende la fiamma della beneficenza in soccorso ai profughi Ucraini

Al Vinitaly l’immagine di una viticoltura Ucraina che la guerra non ha risparmiato

 

La guerra non risparmia nulla ed oltre alla catastrofe dell’enorme sacrificio umano sradica ogni forma di vita ed espressione culturale.

 

Il vino purtroppo non fa certo eccezione come si apprende dalla triste testimonianza di  Denys Khalupenko e del padre Nikolay raccolta dall’ ANSA, al quale i titolari della Cantina Chateau Kurin hanno potuto raccontare la loro drammatica esperienza.

L’Azienda è situata in una zona non distante dalla Crimea, una delle zone nevralgiche del conflitto in atto. Il produttore Ucraino ha raccontato all’Agenzia di stampa come: “Le bombe hanno distrutto la nostra cantina e alcuni missili sono caduti sui vigneti, danneggiandoli.

Adesso spero di poter partecipare al Vinitaly 2022 per far assaggiare i nostri vini e far conoscere al mondo le difficoltà che stanno vivendo i viticoltori ucraini”.

Un modo per tenere in vita la viticoltura del paese in tempi di estrema difficolta come raccontano nella loro drammatica testimonianza: “prima di sistemare la cantina, dobbiamo salvare le viti.

Al Vinitaly l’immagine di una viticoltura Ucraina che la guerra non ha risparmiato

 

Abbiamo perso tutte le attrezzature e avremmo bisogno, ad esempio, di un piccolo trattore per trattare le piante e poi anche di cisterne e botti.

Vanno bene anche macchinari vecchi. Il nostro desiderio è di poter vendemmiare a settembre prossimo, così da produrre un po’ di vino per la gente della nostra città, sperando che, nel frattempo, la guerra sia cessata”.

Il suo racconto è riferito a quanto avvenuto il 16 marzo: “i vigneti, una cinquantina di ettari, si trovano alle porte della città di Kherson, così come la cantina, il ristorante e l’hotel.

Proprio qui si è consumata una battaglia tra i soldati ucraini e russi e sono stati lanciati missili e bombe che hanno colpito sia la cantina che i vigneti, causando danni ingenti.

Al Vinitaly l’immagine di una viticoltura Ucraina che la guerra non ha risparmiato

Fortunatamente noi avevamo lasciato l’azienda e la nostra casa già da qualche giorno e nessuno è rimasto ferito. Mio padre ed un nostro collaboratore soltanto alcuni giorni fa hanno potuto raggiungere la cantina e potuto constatare i danni”.

Cronaca di una realtà che alimenta il dibattito sulla tragedia umanitaria  portandolo al Vinitaly  che esprimerà la sua solidarietà attraverso una serie di attività.

Il dg di Veronafiere Giovanni Mantovani infatti ha già annunciato che saranno diverse le attività il cui ricavato andrà a favore dell’accoglienza ai profughi ucraini, come i wine tasting e le masterclass in programmazione dal 10 al 13 aprile.

Agli aiuti contribuiranno anche tre tra i più prestigiosi Consorzi Toscani e rappresentanti dell’eccellenza Italiana nel mondo. Consorzio del Vino Brunello di Montalcino,  Consorzio del Vino Chianti Classico e  Consorzio Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia,  che animeranno l’asta #viniperlapace battuta da Sotheby’s, in programma lunedì 11 aprile dalle ore 16 nell’Auditorium Verdi di PalaExpo a Veronafiere.

Oltre che in maniera diretta sarà possibile partecipare attraverso la piattaforma Bidinside viniperlapace.bidinside.com , sponsor tecnico dell’iniziativa accanto a FieraMente, società che si occupa della promozione internazionale del vino italiano.

Il ricavato dei 30 lotti sarà gestito dalla Caritas Diocesana di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino che provvederà ad impiegarlo per sostenere strutture che si occuperanno di accogliere le famiglie dei profughi Ucraini.

Bruno Fulco

 

 

 

 

 


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