
Ai 100 Custodi di G.R.A.S.P.O. l’Award OIV 2025

100 custodi per 100 vitigni, la Biodiversità Viticola in Italia, il libro di G.R.A.S.P.O. che racconta le più belle storie di conservazione del nostro originale patrimonio ampelografico, ha conquistato l’Award 2025 nella categoria “ Viticoltura “ del prestigioso concorso internazionale promosso dall’O.I.V.
Il premio OIV
L’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (O.I.V.) è un’istituzione intergovernativa a carattere scientifico e tecnico che rappresenta oggi 50 Stati membri, non soltanto Paesi produttori di vino, ma anche paesi consumatori, interessati a conoscere e comprendere quello che avviene nel mondo enologico.
Fra i principali compiti dell’O.I.V. figurano la formulazione di raccomandazioni da applicare negli Stati membri in materia di produzioni e pratiche enologiche, l’assistenza ad altre organizzazioni internazionali intergovernative, l’armonizzazione di norme internazionali e l’elaborazione di nuovi indirizzi operativi.
Una vera e propria ONU del vino.
OIV Awards rappresenta quindi il massimo riconoscimento a livello internazionale ai lavori scientifici presentati nelle diverse categorie.
La Giuria dei Premi OIV, composta da esperti dei paesi membri, si è riunita a metà luglio per decretare i vincitori, basando le proprie decisioni sulle valutazioni fornite dai lettori di tutto il mondo. L’eccellenza scientifica e tecnica sono al centro del processo di selezione, garantendo che vengano premiate solo le opere di altissima qualità.
Questo rigoroso processo di valutazione ha evidenziato ancora una volta il grande livello delle opere presentate e ha ribadito la missione dell’OIV nel promuovere l’eccellenza nel settore.
Un prestigioso premio che arricchisce di ulteriore valore il lavoro di G.R.A.S.P.O. (Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e Preservazione dell’Originalità Viticola) giovane ma dinamica Associazione Veronese che si occupa della tutela a livello mondiale dei vitigni rari.
Il premio sarà consegnato nell’ambito della cerimonia ufficiale dell’OIV Awards il prossimo 21 ottobre presso la nuova sede dell’OIV a Digione in Francia.
Il libro 100 custodi per 100 vitigni
La Biodiversità Viticola in Italia apre una finestra importante e mette in risalto i tanti testimoni della ricca Biodiversità viticola dell’Italia in un viaggio ideale dalla Valle D’Aosta all’Etna.
Racconti dove forse per la prima volta accanto all’identificazione, alla storia, alle caratteristiche del vitigno e del vino vengono valorizzate le persone, che chiamiamo custodi.
Una esperienza di oltre 100.000 chilometri in tanti territori italiani, incontrando tantissimi produttori, eseguendo numerosissimi prelievi di materiale vegetale per stabilire l’identità dei vitigni, scoprendo ad oggi 15 nuove varietà di uva e realizzando solo nell’ultima vendemmia oltre 100 microvinificazioni.
Un viaggio ricco di storie originali spesso caratterizzate da autentico eroismo ma anche un racconto di quanto istituzioni, centri di ricerca ed ampelografi di tutta Italia hanno fatto per identificare e preservare questi vitigni.

Un testo organizzato anche in capitoli territoriali cercando di contestualizzare dove possibile aziende e cultivar nei relativi territori, finalizzato comunque a far conoscere per ogni vitigno a rischio estinzione incontrato nel percorso di ricerca, la persona o l’azienda che di questo vitigno è diventata custode.
Fortemente convinti che la vera sostenibilità in vigna parte dalla tutela e dalla salvaguardia della biodiversità viticola di ogni territorio, abbiamo inoltre inserito nel testo anche alcune storie di sindaci, di piccole comunità, di associazioni ed aziende che condividendo questo nostro pensiero hanno collettivamente e concretamente contribuito alla salvaguardia della biodiversità viticola locale anche tutelando vecchie vigne, storici sistemi di allevamento ed ancestrali pratiche agricole.
A proposito di G.R.A.S.P.O.
Non era facile immaginare per una realtà giovane e piccola come la nostra, sottolinea il fondatore di GRASPO e tra gli autori del libro Aldo Lorenzoni, una ribalta internazionale di questo livello, ma i temi forti che caratterizzano fin dall’inizio la nostra operatività come cambiamento climatico, biodiversità, nuove resilienze, valorizzazione degli storici sistemi di allevamento della vite sono oggi al centro del dibattito internazionale.
L’azione di G.R.A.S.P.O., anche grazie al supporto iniziale di tanti amici con cui si condividono sensibilità, visioni e quando possibile progettualità, si è sviluppata prima nell’ambito del territorio veronese ed in particolare in alta Lessinia verificando con rilievi sul campo e microvinificazioni le peculiari caratteristiche dei vitigni considerati perduti per testarne le potenzialità, sia in purezza che come supporto ai vitigni storici.
Una operatività che si è poi allargata anche ad altre realtà in tutta Italia identificando varietà ed areali dove il recupero di una più forte attenzione alla biodiversità viticola potesse essere strategica per delineare nuove prospettive produttive in un contesto oggi piuttosto omologato.
E’ iniziato così un intenso percorso di incontri e confronti con i responsabili dei centri di ricerca ed i più autorevoli ampelografi per individuare quali fossero oggi gli areali, le storie ed i vitigni più interessanti.
A Digione non andremo solo per ritirare un premio ma porteremo il risultato di questi primi anni di lavoro, di rilievi e di vinificazioni che è stato raccontato anche in alcune nostre pubblicazioni e testimoniato su riviste di settore e social dedicati.
I contenuti e le testimonianze
“Il più grande vantaggio competitivo del vino italiano prodotto con uve autoctone è che nessun altro può imitarlo e produrlo.
L’importanza della diversità genetica assume una dimensione maggiore mentre affrontiamo il cambiamento climatico e discutiamo di protocolli per la sostenibilità.
Nascosto da qualche parte tra i vasti vigneti d’Italia c’è un’uva più adatta a resistere alla siccità, al caldo, all’umidità o qualunque altra sfida possa presentarsi”. Conclude così Monica Larner, notissima firma italiana per Robert Parker Wine Advocate, la sua autorevole presentazione di questo libro.
“Se è vero che l’Italia rappresenta il paese del vino con il maggior numero di vitigni e quindi con la massima espressione di biodiversità viticola, potrebbe sembrare inutile o superfluo continuare a ricercare ulteriori testimonianze di vitigni dispersi nella sua storia, dichiara Luigi Moio, nella sua veste di presidente dell’organizzazione internazionale della vite e del vino (OIV), è però altrettanto vero che questa diversità è oggi minacciata da un’emergenza climatica che rischia di portare ad una pericolosa omologazione dei vini privandoli delle loro principali peculiarità distintive.
Oggi è ancor più necessario riuscire a ricollegare sempre il vino al suo territorio d’origine. Se un vino non riesce a rendere riconoscibile la sua origine perde gran parte della sua forza anche a livello commerciale”
“Se si vuole conoscere la storia di un territorio viticolo attraverso le vicende che hanno accompagnato l’affermazione dei suoi vini, sottolinea Attilio Scienza, è necessaria una riflessione che parta dai suoi vitigni originali, perché solo attraverso questi è possibile capire la storia degli uomini, della loro cultura materiale, della loro evoluzione culturale, dei cambiamenti climatici e del sistema sociale in genere. I vitigni infatti sono gli elementi stabili per una infinità di generazioni di viticoltori: gli uomini muoiono ma i nuovi abitanti, pur aggiornando le abitudini, mantengono e spesso incrementano i vitigni dei loro predecessori.
L’attuale crisi della biodiversità nelle specie vegetali in genere è stata definita la sesta estinzione e rappresenta solo un aspetto della attuale tendenza alla semplificazione delle differenti manifestazioni della vita. dove purtroppo la monocultura della mente è più devastante di quello biologica”.
Possiamo dire che proprio sull’onda di queste autorevoli riflessioni parte la missione di G.R.A.S.P.O. nata da un’idea di Aldo Lorenzoni, Luigino Bertolazzi, Giuseppe Carcereri de Prati e Gianmarco Guarise con la passione per la ricerca attiva sul fronte del recupero di antichi vitigni abbandonati nella convinzione che la biodiversità possa essere una risorsa importante per il futuro della viticoltura, sia in chiave di cambiamento climatico che per una migliore e più dinamica comunicazione delle singole identità territoriali ed oggi coinvolge numerosi professionisti e viticoltori sensibili di tutta Italia e non solo.
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