Curiosità

Acquistare verdure per restaurare opere d’arte

I prodotti dell’orto confezionati e reperibili sui banchi della grande distribuzione sono impiegati come strumento “culturale” per restaurare opere d’arte e recuperarle alla fruizione della comunità. I cittadini potranno vantarsi di aver contribuito.

L’idea è di Paolo Tamai e di sua moglie Marina, che dopo anni di esperienza nel campo della distribuzione di prodotti freschi, nel 2010, decidono di dedicarsi interamente alla vendita di confezioni di verdure, coltivate nelle grandi serra nella campagna di Mira,verdure orti di venezia Comune di Venezia, e di dare vita ad un marchio proprio che identifichi profondamente la mission famigliare.
Nasce così la linea de “Gli Orti di Venezia”.

L’intuizione di perseguire la via del marketing culturale porta alla scelta di unire la vendita di insalate confezionate a precisi progetti, battezzati “Occasioni culturali”, i quali hanno il fine, non solo di far conoscere un prodotto sano e naturale della terra, ma che questo «fosse “doppiamente buono” se pensato anche come mezzo per valorizzare e finanziare il grande patrimonio di bellezza, tradizione e arte che ci appartiene». A questo scopo viene destinata una parte del ricavato derivante dalla vendita delle insalate.

La prima iniziativa fu il restauro della popolare statua del “Gobbo di Rialto” in Campo San Giacometto, nella zona del mercato simbolo veneziano, ne sono seguiti altri sempre a Venezia, e l’ultimo in corso è il risanamento di uno dei due portali della Scala d’Oro di Palazzo Ducale, finanziato con le confezioni vendute nei punti Eataly.

Grazie alla collaborazione di Coop Adriatica e Coop Nordest, l’obiettivo de “Gli Orti di Venezia” si è spostato su tre grandi realtà museali in tre città diverse, individuate perché ospitano alcune opere di Cesare Laurenti, l’artista che ha firmato la statua de “Il Pescatore”, di cui nel 2012 stavano finanziando il restauro. Sono il Museo Ca’ Pesaro a Venezia, il Castello di Mesola, in provincia di Ferrara, il Museo Revoltella a Trieste.

Nello specifico del progetto triestino, si tratta del risanamento di sei tele dalla quadreria del Museo Sartorio, uno dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, ricca di quasi 1.200 opere, del tutto sconosciuta alla cittadinanza stessa, ospitata nella settecentesca villa dimora della famiglia Sartorio e donata al Comune nella prima metà del secolo XX.
Orti_di_Venezia_per_TriesteLe insalate che per l’occasione diventano “Gli Orti di Venezia per Trieste”, entrano nel progetto “Adotta una pinacoteca”.
Il prodotto “Gli Orti di Venezia per Trieste” è già sugli scaffali degli 11 punti vendita Coop della città di Trieste.

Maura Sacher


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio