I Viaggi di Graspo

A Margreid .. per i viaggi di Graspo

A Margreid .. per i viaggi di Graspo  Robert Cassar è per tutti e da sempre il custode della regina di Margreid in Alto Adige.

A Margreid .. per i viaggi di Graspo

Foto di gruppo con la Regina di Margreid

 Robert Cassar è per tutti e da sempre il custode della regina di Margreid in Alto Adige. E la regina di Margreid è una vigna monumentale della varietà Hoertroete o Roter Hoertling, magistralmente aggrappata a casa Augustin in centro paese.  

Lo incontriamo  insieme con Riccardo Turata e Matteo Piccoli di GEOVINEA, società collegata a Simonit@Sirch, a Margreid per la suggestiva potatura di questa monumentale vigna da muro che ha più di 400 anni.

Si tratta di una vite antica che domina e valorizza la piazza circostante. È una pianta che non può passare inosservata in quanto censita e tutelata dalla Provincia di Bolzano come Monumento Naturale (NATUR-DENKMAL) e la sua valenza storica è certificata anzi incisa su uno dei supporti in pietra che la legano da sempre al muro della casa dove troviamo scritto che: “Nell’anno di grazia 1601 in ottobre venne messo a dimora questo tralcio di vite dell’antico ceppo Feichter di proprietà di Clement Feichter, tramite il fittavolo Domenig di Valentini originario della Val di Sole”. 

Nella targa della Provincia si sottolinea inoltre come la Vecchia Vite di Margreid, che ha prodotto le sue uve per una dozzina di generazioni e che cresce e si sviluppa per ben quattro secoli rappresenta un vero simbolo da cui si evince il rinnovo continuo della vita e della fertilità.

 

Se la pianta è protetta dalla provincia di Bolzano però solo la cura del custode e proprietario Robert Cassar hanno fatto si che sia in ottime condizioni ancora oggi.

Chiediamo a Riccardo e Matteo cosa significa per potatori professionisti affrontare questa vigna e quali sono i rischi e le difficoltà.

Robert Cassar con due grappoli davanti alla pianta centenaria

“ A GRASPO e a Robert va innanzitutto il nostro ringraziamento, spiega Riccardo, per questa incredibile opportunità, confrontarci con una pianta di oltre 420 anni è per noi un’occasione unica.

Una sfida che va affrontata anche per noi professionisti con grande rispetto, siamo di fronte ad una vite che racconta la vita di questa comunità, non si può quindi stravolgerne la sua conformazione storica, puoi solo accompagnarla verso la nuova stagione mitigandone i segnali di difficoltà. Parliamo di piccoli segnali di mal dell’esca e ricordi di malattie fungine come l’oidio particolarmente virulento nella scorsa annata.

Siamo partiti dall’alto, operando tagli minimali ma in grado di consentire alla pianta di ritrovare l’originale vigore, più che una potatura si tratta di una toelettatura. Nel tempo non sembrano essere stati fatti grossi interventi di ritorno se non circa 50 anni fa per consolidare i tralicci in legno che la tengono ancorata al muro.

Per consentire quindi a questa monumentale vigna da muro di continuare ad essere una attrazione per operatori e turisti decorando tutta la facciata abbiamo rispettato i tralci principali, secondari e terziari concentrandoci su potature corte e speroni per assicurarne estetica, longevità e speriamo anche un pò di uva per la sua 424ma vendemmia.”

Robert sa che la Roter Hörtling è legata a filo doppio con la sua famiglia che con la coltivazione della vite e la produzione del vino avevano avviato una florida attività.  Racconta che alla nascita della figlia Lisa nel 1997 ha messo a dimora una seconda pianta di Hoertroete realizzata con il legno della vite madre. 

La vigna che oggi ha già 25 anni copre tutto il ponticello in prossimità della suggestiva fontana.

Grappolo di Hoertroete matuto

Le notizie relative a questa varietà non sono in verità molte. 

È una varietà molto zuccherina, con acino sferoidale e polpa croccante quasi carnosa, il sapore è fruttato con note di susina e di prugna. 

Si tratta molto probabilmente di un’uva a duplice attitudine, vino e mensa, come succedeva spesso un tempo.

Sembra essere comunque molto rustica dimostrando di resistere bene alle malattie ma potrebbe dipendere dalla sua particolare collocazione. 

Robert, che è viti frutticoltore, consegna la propria uva alla cantina di Nalles-Magrè di cui è consigliere, esclusa l’uva di questa vecchia vigna (Urrebe) che ha vinificato solo una volta nel 1989 e che ha poi imbottigliato chiamandola Vinum Getrudis Margredum, un vino che a distanza di trent’anni è risultato assolutamente sorprendente. 

Proprio per questo ed alla luce della straordinaria degustazione dell’annata 1989, anche grazie all’interessamento dell’amico Eduard Ranigler e di Giacomino Fasano un imprenditore di Racconigi che soggiorna spesso a Termeno, Robert si è finalmente convinto di ritentare nuovamente l’emozione della vinificazione grazie agli amici di GRASPO.

Il risultato è un vino di un bel rosso con riflessi violetti che profuma di susina, albicocca e lampone. In bocca è netto, preciso, sapido, con una spina acida consistente ed una espressione tannica di buona intensità e struttura. 

È un vino dal profilo elegante con un corredo polifenolico che lo può sostenere anche per periodi lunghi di affinamento si tratta ora di lasciare che il tempo faccia la sua parte per arrivare di nuovo a degustare un vino che racconta più di 400 anni di storia. 

Un vino che in tanti potranno degustare a Margreid  in occasione della festa che si tiene proprio sotto la “Regina” ogni prima domenica di ottobre.

Il viaggio continua…

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi

Foto di Gianmarco Guarise

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