Stile e Società

A Bologna nasce la Rete per la Sovranità Alimentare

Si è costituita  Bologna la Rete per la Sovranità Alimentare. È formata da una ampia coalizione di associazioni, gruppi di base e singoli per imprimere un cambio radicale nel sistema di produzione, distribuzione e consumo degli alimenti.

La Rete nasce a Bologna comprendendo per adesso tutta l’Emilia Romagna. I promotori sono Campi Aperti, Camilla Emporio di Comunità e Arvaia (piselli) CSA. In poco tempo si sono aggregate molte realtà che si occupano di genuinità dei cibi e di consumo critico e consapevole.

La Rete promuove un nuovo modello di produzione e consumo basati sui principi del’agroecologia. Minimizzare gli sprechi, utilizzare razionalmente le risorse, indirizzare il mondo del cibo verso modalità attente alle produzioni biologiche locali e alle realtà di base della economia solidale.

Le Reti Alimentari Contadine sono costituite da piccoli produttori, distributori e fruitori che insieme possono determinare un diverso approccio alla alimentazione. Si devono valorizzare le produzioni locali e la salute del territorio preservando l’ambiente.

Le reti sono distanti da fazioni e logiche di partito. Le amministrazioni devono porre al centro dell’universo alimentare la nostra agricoltura e i mercati contadini. Si devono ampliare le esperienze della economia solidale e degli empori di comunità e le forme di collaborazione con i negozi di vicinato.

Rivitalizzare i laboratori artigianali e la ristorazione tradizionale lontana dai riflettori. L’agricoltura contadina è praticata dalla maggioranza delle aziende agricole che per l’85 % sono piccole o piccolissime.

Le esperienze di autoconsumo sono fatte da cooperative e famiglie che coltivano la terra, i frutteti, le vigne e gli oliveti su piccola scala. Le tecniche di coltura applicate sono ecosostenibili e le vendite privilegiano i mercati locali, la filiera corta e a Km 0 e il rapporto diretto con il consumatore.

Gli obiettivi della Rete sono: promuovere e sostenere i circuiti solidali commerciali e favorire l’accesso alla terra delle nuove generazioni. E poi orientare il PSR – Piano di Sviluppo Rurale a sostegno della agricoltura contadina, un netto no agli OGM ed evitare gli sprechi di acqua.

Inoltre garantire a tutti i cittadini l’accesso alla terra per l’autoproduzione degli alimenti, orientare la ricerca pubblica verso l’agroecologia e la tutela della salute, sostenere la biodiversita’, la produzione e l’utilizzo delle sementi comunitarie, diffondere la consapevolezza alimentare e la responsabilità sociale, contrastare lo sfruttamento dei lavoratori garantendo condizioni dignitose ed una equa retribuzione.

Umberto Faedi 


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Redazione

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