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Babbo Natale chiede il permesso di arrivare

A Babbo Natale c’è chi apre le vie del cielo e chi gli chiude le strade cittadine.

In questi giorni che precedono il Santo Natale cristiano mi sono capitate due notizie strabilianti.

L’Irlanda apre lo spazio aereo a Babbo Natale.

Il premier Leo Varadkar ha annunciato ufficialmente al Parlamento che per l’Irlanda Babbo Natale esiste.
Il suo arrivo è stato addirittura annunciato al Dáil Éireann, la Camera Bassa del Parlamento irlandese, comunicando ufficialmente che potrà avere libero accesso allo spazio aereo nazionale e attraversare i confini dell’isola dal 24 dicembre al 25 dicembre per consegnare i suoi regali.

La comunicazione che ha sorpreso i presenti è andata in scena qualche giorno fa nel corso delle Leader’s Questions. Varadkar ha solennemente ringraziato la IAA, Irish Aviation Authority, il Dipartimento della Agricoltura e i Revenue Commissioners “per aver consentito il verificarsi delle necessarie esenzioni”.

E dopo l’annuncio la stessa Autorità dell’Aviazione ha ufficializzato lo speciale atterraggio su X (ex) Twitter, con tanto di auguri alle renne, e l’aeroporto di Dublino, sempre su X, ha dichiarato: «Le operazioni di volo all’aeroporto di Dublino cesseranno la vigilia di Natale dopo che l’ultimo volo arriverà verso le 23:00, garantendo che lo spazio aereo sia completamente libero per l’arrivo della slitta di Babbo Natale dopo mezzanotte».

Per parte sua l’AirNav Ireland, l’organismo preposto alla gestione dello spazio aereo nazionale irlandese, ha voluto aggiungere un commentato, di tipo “scientifico”, sul volo: «Sapevate che la vigilia di Natale le renne di Babbo Natale volano a una velocità di circa 650 miglia al secondo per consegnare i regali? Si tratta di una velocità sorprendente, quasi 3.000 volte superiore a quella di un jet commerciale medio!».

Questo serio coinvolgimento nella magia di tale straordinario evento fa proprio a pugni con l’altra notizia.

Nantes cancella il Natale

Proprio così la cittadina francese, retta da una donna, Johanna Rolland, per il secondo anno consecutivo ha bandito decorazioni e addobbi che facciano solo lontanamente evocare il carattere di religiosità cristiana.
Niente ghirlande e babbi Natale né abeti illuminati, niente stelle luminose, niente Presepi ovviamente, ma al posto di tutto ciò un progetto artistico con insegne che nulla hanno a vedere con lo spirito e la magia del periodo.
Banditi anche i tradizionali colori rosso e verde, rimpiazzati dai colori arcobaleno, ovunque.

Una rimozione chirurgica di qualsiasi richiamo al caratteristiche delle feste natalizie, per far spazio a illuminazioni ammiccanti alla comunità Lgbt, a una Madre Natale femminista, tra cui una mucca multicolor e mostriciattoli vari collocati sugli edifici pubblici del centro storico nantese.

È stato bandito persino il nome delle Festività imponendo l’espressione tutta pagana di “Viaggio in inverno” (“Voyage en hiver”), perché la parola Natale, ormai, è linguaggio da reazionari.
Insomma, la parola Natale in certi posti e per certe persone è tabù.

Non basta: a Nantes è stato cambiato anche il suono delle campane. Le campane della basilica di Saint-Nicolas e della chiesa di Saint-Croix, ogni ora dalle 9 alle 21, emetteranno soltanto «delle tonalità che introducono progressivamente dei suoni che evocano la Loira», secondo l’artista ideatrice.

La sindachessa giustifica le sue posizioni «Perché nel Ventunesimo secolo lo spirito di Natale è multiculturale. Non più unico, ma lascia lo spazio a tutte le confessioni e non confessioni».

Molte le critiche da parte della popolazione: «Vivremo un altro Natale senza sapore!», «A forza di cancellare la storia, sta rendendo tristi molte persone», «È una cancellazione progressiva della nostra identità!», e così via.

A Nantes, dunque, niente magia, ma un viaggio in un inverno multiculturale, inclusivo, femminista e soprattutto politicamente “corretto”.

Ecco, ognuno ha i propri simboli, che spesso accomunano individui, famiglie, comunità, città e Nazioni, ed è molto triste quando si perdono ma ancora più quando ci viene imposto di sopprimerli.

Buon Natale, Joyeux Noël, Nollaig Shona.

Maura Sacher

 


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