Quando il vino diventa ambasciatore di pace

La guida “Vinibuoni d’Italia” ha assegnato il premio Vinovisioni 2026 alla cantina Cremisan di Betlemme, la collina dove i Salesiani coltivano la vite fin dal 1885. Quattro i vitigni autoctoni palestinesi (Baladi, Dabouki, Hamdani e Jandali) riscoperti e studiati grazie alla collaborazione con la Fondazione Edmund Mach e con l’enologo Riccardo Cotarella.
Quando il vino diventa ambasciatore di pace, solidarietà e cooperazione tra i popoli. In occasione del 34° Merano WineFestival, i responsabili della Guida “Vinibuoni d’Italia” ieri hanno assegnato il premio Vinovisioni 2026 al Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, organizzazione non governativa che si occupa di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale, per il suo progetto di sostegno alla Cantina di Cremisan in Terrasanta, a Betlemme per la precisione.
Il premio speciale, istituito dalla guida del Touring Club Italiano e promosso grazie alla campagna Territori diVini, è finalizzato a riconoscere gli ambiti di ricerca e di innovazione e a valorizzare e promuovere programmi e persone che, con la loro inventiva e il loro impegno, hanno dato vita a progetti di estremo interesse, importanza e coraggio, con particolare attenzione ai valori della sostenibilità sociale.
La collaborazione con l’enologo Riccardo Cotarella e la Fondazione Edmund Mach

Il riconoscimento è stato consegnato in occasione dell’anteprima nazionale di “Vinibuoni d’Italia” 2026 presso il Teatro Puccini di Merano. Al termine della cerimonia è stato possibile assaggiare i vini prodotti con quattro vitigni autoctoni palestinesi (Baladi, Dabouki, Hamdani e Jandali), riscoperti e studiati grazie alla collaborazione con la Fondazione Edmund Mach Istituto Agrario di San Michele all’Adige e con l’enologo Riccardo Cotarella.
“Un vino che abbraccia tutto il Medio Oriente. Un vino che unisca i cuori, che faccia dimenticare le divisioni, che appiani le differenze e che aiuti a costruire la pace. Un vino che tocchi le coscienze e abbia il sapore dell’ecumenismo e il gusto dell’unità”. Così viene presentata la Cantina di Cremisan, che prende il nome dalla collina su cui i Salesiani coltivano la vite dal 1885.
La vigna dei Salesiani è fisicamente divisa tra Israele e la Palestina

La cantina Cremisan si trova a 15 chilometri da Gerusalemme, la vigna (poco più di 2 ettari, a cui si aggiungono quelli coltivati nei territori palestinesi dai contadini), è fisicamente divisa tra Israele e Palestina. Qui, anche grazie alla consulenza pro-bono di Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, vengono prodotte etichette con il 95% di uve da varietà autoctone palestinesi.
I vini prodotti in Terrasanta hanno saputo farsi conoscere e apprezzare anche all’estero, finché è stato possibile esportarli. La cantina è stata anche la prima a produrre vini da uve autoctone palestinesi e a studiarne il DNA, grazie alla collaborazione con l’enologo Riccardo Cotarella e con la Fondazione Edmund Mach Istituto Agrario di San Michele all’Adige.
Il progetto Cremisan consente di supportare le opere dei Salesiani in Terrasanta
Il sostegno alla produzione di Cremisan permette di supportare tutte le opere dei Salesiani in Medio Oriente: scuole, oratori, centri di formazione e parrocchie, con le loro migliaia di studenti, bambini, ragazzi, insegnanti e famiglie. Il vino come promotore di pace e giustizia sociale, in grado di offrire una prospettiva che possa garantire un futuro socialmente e umanamente sostenibile per le tante persone troppo spesso dimenticate.
Con la campagna Territori diVini, il VIS promuove la cantina e le attività dei Salesiani in Palestina, organizzando eventi enogastronomici solidali per far conoscere i vini autoctoni di Cremisan, raccontare il progetto e approfondire la complessa situazione del popolo palestinese. Una campagna che mette in luce anche la capacità del mondo del vino di creare una rete solidale: diverse cantine, infatti, donano i loro vini per gli appuntamenti di Territori diVini.
ll progetto dei Salesiani per un mondo possibile di convivenza ed equità sociale
Il progetto della ONG salesiana “Insieme, per un mondo possibile” si concretizza nella costruzione di una rete in tutto il mondo per migliorare le condizioni di vita delle bambine, dei bambini, dei giovani in condizioni di vulnerabilità e delle loro comunità, nella convinzione che attraverso l’educazione e la formazione si possano combattere alla radice le cause della povertà estrema.
“Vinibuoni d’Italia” ha premiato l’impegno che da anni il Volontariato Internazionale per lo Sviluppo porta avanti, con l’auspicio che si creino le condizioni per far tornare la Cantina di Cremisan a produrre i propri vini, a farli conoscere nel mondo tornando ad essere di sostegno alla rete di formazione, educazione e sviluppo, necessaria per gettare le basi di un futuro di convivenza ed equità sociale.
In altoi calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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