
Le 90 “primavere” di Franco Lunelli, prosit!
Dotato di una straordinaria visione imprenditoriale, ha traghettato la maison spumantistica trentina del mitico “sior” Giulio Ferrari agli attuali successi internazionali del Gruppo Lunelli. L’apertura del primo supermercato, l’enoteca, la militanza come “past president” dei sommelier e dell’Onav, la biblioteca di Villa Margon, lo sport. Una vita da… campione.

La vendemmia 2025 delle uve Chardonnay e Pinot Nero destinate alla spumantizzazione della gamma Ferrari quest’anno coincide con i festeggiamenti per i 90 anni di Franco Lunelli. Pardon, del rag. Franco Lunelli (titolo cui tiene più della laurea ad honorem), primogenito del patriarca Bruno Lunelli che nel 1952 rilevò dal “sior” Giulio Ferarri la casa spumantistica trentina.
«Firmai una montagna di cambiali» confidò Bruno Lunelli agli amici che all’epoca frequentavano la bottiglieria, oggi enoteca, di Largo Carducci. Trenta milioni di lire – questa la cifra – confermerà Franco Lunelli che, dopo la gavetta come garzone di bottega, gestì l’enoteca con quella visione imprenditoriale e lungimiranza che di lì a poco lo spinse ad aprire il primo supermercato trentino: l’Orvea in via Belenzani, il salotto della città.
Amarcord personale: la storica enoteca Lunelli in Largo Carducci

A questo punto mi sia concesso – e chiedo venia ai miei 25 lettori di manzoniana memoria – un ricordo personale legato alla storica enoteca di Largo Carducci.
Ne parlo poichè, sessanta e più anni fa, fu il mio battesimo con il mondo del vino. Mio padre, insegnante di professione e vignaiolo per hobby, la domenica dopo la Messa in cattedrale era solito portarmi nella vicina bottega dei Lunelli (le enoteche vere e proprie con relative insegne faranno la loro comparsa qualche anno più tardi) per il tradizionale aperitivo con gli amici.
Un rito che precedeva – nel periodo invernale – il pranzo da “Marietto” all’Albergo Astoria, il ristorante stellato (oggi ostello della gioventù) del mitico Marietto Bort, papà di Gianni Bort (attuale presidente della Camera di Commercio) famoso per il carrello dei bolliti.
Bene in Largo Carducci imparai, ragazzino, ad assaggiare i primi vini. Vini dolci, in particolare il Marsala, lo Zibibbo e il Castellana, un vino amabile dei Castelli Romani. “Giuseppe, assaggiane un goccetto – mi diceva papà – ma solo un goccetto”.
Quanta acqua, da allora, è passata sotto i ponti dell’Adige e quanti vini ho avuto il piacere di assaggiare soprattutto per motivi professionali dopo quel battesimo in Largo Carducci.
L’intuizione di aprire quel supermercato a Trento in via Belenzani

Ma torniamo a Franco Lunelli e all’intuizione di aprire quel supermercato in via Belenzani, proprio a due passi dalla cantina del “sior” Giulio da poco acquisita.
Quel canale di vendita, criticato da molti colleghi e aziende vitivinicole, fu la carta vincente per far conoscere le bollicine ai trentini e agli italiani danarosi che per i brindisi amavano festeggiare solo con lo Champagne.

Fatto sta che un paio d’anni dopo l’acquisto del marchio Ferrari, il numero di bottiglie custodite nella storica cantina come per incanto raddoppiò e poi triplicò: da 8 mila a 24 mila.

Uno scandalo per il “sior” Giulio che – racconta Franco Lunelli – scrisse una lettera non proprio amichevole a mio padre Bruno poichè temeva che questo improvviso incremento di bottiglie inficiasse la qualità del prodotto.
A questo punto ci chiediamo: che cosa direbbe oggi il “sior” Giulio che le sue 8 mila bottiglie sono diventate 7 milioni distribuite in 70 Paesi?
Tranquilli, brinderebbe anche lui visti i prestigiosi riconoscimenti internazionali tributati nel corso degli anni alle bollicine Ferrari con i Brut, i Pas Dosé, i Perlé, i Maximum Brut, i Rosé, le Riserve Lunelli e – ça va sans dire –con il mitico Giulio Ferrari Riserva del Fondatore.
Ha fondato l’associazione trentina dei sommelier e le enoteche Vinarius

Novant’anni, un traguardo importante. Novant’anni portati con l’entusiasmo e la baldanza di un giovanotto. Ogni settimana, pur essendo in pensione, si reca in ufficio a Ravina, guidando ancora la sua mitica “Pandina”, ma non più la moto da trial. “Me l’ha sequestrata mia figlio Marcello assieme agli sci” ha confessato, lui che di sci è stato anche campione come vedremo.
Franco Lunelli, fondatore della sezione trentina dei Sommelier, dell’Onav (assaggiatori) e dell’Associazione nazionale delle enoteche italiane Vinarius, si è sempre impegnato nel sociale come d’altronde tutta la famiglia Lunelli. Consigliere comunale per la città di Trento, membro d’onore a vita della Round Table e per anni presidente del Lions Club Trento, il racconto della sua vita non può prescindere dall’amore per lo sport.
Il premio letterario Bruno Lunelli e la Biblioteca di Villa Margon
A Franco Lunelli si deve, altresì, l’istituzione del premio letterario-scientifico Bruno Lunelli che ha come protagonista il vino e il riordino della Biblioteca oggi custodita a Villa Margon, il gioiello del Rinascimento trentino, prestigiosa sede di rappresentanza della maison spumantistica trentina.
La Biblioteca, oggi affidata alle cure di Marcello Lunelli, oltre ad annoverare un centinaio di rari testi di enologia, nel corso degli anni si è arricchita di preziosi volumi sulla vitivinicoltura e sulla spumantistica. Inoltre sugli scaffali sono in bella mostra e si possono consultare tutte le guide sui vini edite dal 1969, quando uscì il famoso Catalogo Bolaffi, firmato da Luigi Veronelli, che è considerato la prima guida enoica italiana.
Accanto alle sale affrescate con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento e al ciclo dei Mesi, la Biblioteca Bruno Lunelli è uno dei tesori dell’antica residenza nobiliare, che di anno in anno si arricchisce di nuovi volumi grazie anche a lasciti e donazioni.
La passione per lo sport, praticò molte discipline: atletica, sci, tennis
Parlavamo della passione per lo sport. Come atleta Franco Lunelli nel 1949 conquistò la medaglia d’oro sui 100 metri ai campionati studenteschi e a 75 anni fu campione italiano veterani, mentre come decatleta fu campione provinciale. Amante dello sci (vinse la sua prima gara nel 1950 in Paganella sulla pista di Zeno Colò) ha partecipato a quattro edizioni della Marcialonga di Fiemme e Fassa con il rammarico di aver dovuto riununciare all’ultima ora per malattia alla mitica Vasaloppet.
Fu anche un buon tennista oltrechè un appassionato motociclista (trial), ama le immersioni subacquee (in Sardegna dove trascorre le vacanze estive) e le escursioni in montagna facendo tesoro dei consigli dell’amico Cesare Maestri, il “Ragno delle Dolomiti”. Ora non pratica più sport attivo – ha confessato – ma si tiene in forma camminando, facendo cyclette e praticando il tapis roulant.
Sportivo, ma anche viaggiatore instancabile, ha visitato quasi ogni angolo del pianeta, il che gli ha consentito di allacciare amicizie e di conoscere mille realtà vitivinicole. Un piacere ascoltarlo e rivivere le sue esperienze davanti ad un calice del suo vino del cuore: la Riseva Bruno Lunelli.
I vini del cuore? La Riserva Lunelli, il Prosecco Bisol e la grappa Segnana

Tra i vini del cuore, oltre alla Riserva Lunelli, a tavola come vino della quotidianità Franco Lunelli ama accompagnare i suoi piatti con il Prosecco Bisol, marchio acquisito qualche anno fa dall’azienda, e a fine pranzo si concede un goccetto di grappa Segnana, nelle varie interpretazioni, altro gioiello della maison trentina assieme alla Surgiva, l’acqua ufficiale scelta dall’Associazione dei Sommelier nei loro incontri.
Parlavamo della Riserva Lunelli, l’unica etichetta che, nel novero della ricca collezione di bollicine targate Ferrari, riporta il nome della famiglia Lunelli e rimanda ad una pratica che rappresenta l’omaggio al capostipite della famiglia trentina: il pioniere Bruno Lunelli.
Una riserva Blanc de Blancs, Chardonnay in purezza, che a Franco Lunelli piace anche più del “Giulio Ferrari” poichè il primo passaggio, prima dell’affinamento per lunghi anni sui lieviti, avviene in botti di rovere austriaco che conferiscono alle bollicine un sapore ed un’eleganza del tutto particolari.
La Riserva Lunelli porta il timbro di Marcello Lunelli e Ruben Larentis
Per onor di cronaca, la Riserva Lunelli (prima vendemmia il 2002) porta la firma del figlio di Franco, Marcello Lunelli, direttore tecnico nonchè presidente delle Tenute Lunelli, e dello «chef de cave» Ruben Larentis. Oggi, a distanza di 23 anni, questa fantastica Riserva si presenta, assieme al Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, come il fiore all’occhiello della maison spumantistica trentina ed è diventata la bollicina ideale sulle tavole della grande ristorazione italiana e internazionale.
La complessità, l’armonia e l’eleganza sono le caratteristiche di questa Riserva, una bollicina di montagna che, in virtù dell’elevazione nelle botti di rovere, esalta in una sorta di matrimonio d’amorosi sensi la vocazione spumantistica del Trentino. Vocazione che si traduce in una struttura che permette una straordinaria versatilità negli abbinamenti, come dimostra lo chef Edoardo Fumagalli nei piatti gourmet che propone nel ristorante stellato della famiglia Lunelli alla Locanda Margon.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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