Tribuna

La crociata contro gli sprechi alimentari

La crociata contro gli sprechi alimentari Un successo l'iniziativa di Slow Food nelle scuole del Trentino Alto Adige.

La crociata contro gli sprechi alimentari

Paolo Betti, coordinatore dell’Allenza Cuochi Slow Food del Trentino Alto Adige

Un successo l’iniziativa di Slow Food nelle scuole del Trentino Alto Adige. La sodisfazione del coordinatore Paolo Betti e della portavoce della Comunità per lo sviluppo agroculturale degli Altipiani Cimbri Graziella Bernardini.

Stagionalità dei piatti, utilizzo dei prodotti locali, sostenibilità ambientale e crociata conto gli sprechi alimentari.

Queste le linee guida che hanno caratterizzato le attività dell’Associazione Slow Food del Trentino Alto Adige nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole primarie di Folgaria, Moena, Vigo di Fassa, nei licei di Rovereto e nelle scuole pofessionali di Arco e Riva.

A chiusura dell’anno scolastico si può tracciare un primo bilancio. Tra i progetti più significativi merita di essere segnalato il progetto “La Storia nel piatto”, realizzato presso la scuola secondaria di primo grado di Folgaria, in collaborazione con la Pro Loco di Nosellari e il Comune di Folgaria.

Il progetto ha coinvolto le classi prima, seconda e terza media, offrendo agli studenti la possibilità di partecipare a dieci incontri settimanali con Paolo Betti, coordinatore dell’Alleanza Slow Food dei Cuochi in Trentino-Alto Adige.

L’iniziativa, avviata l’11 marzo e conclusasi il 20 maggio 2025, ha saputo unire il piacere della cucina all’apprendimento della cultura gastronomica, con un’attenzione particolare ai temi della sostenibilità.

L’importanza del cibo, veicolo di storia, cultura e consapevolezza ecologica

Graziella Bernardini, portavoce della Comunità Slow Food per lo sviluppo agroculturale degli Altipiani Cimbri

Settimana dopo settimana, i ragazzi hanno imparato a cucinare e, al tempo stesso, a riflettere sull’importanza del cibo come veicolo di storia, identità culturale e consapevolezza ecologica. Tra i valori centrali trasmessi da Paolo Betti vi sono l’attenzione alla stagionalità e l’utilizzo di prodotti locali.

Ogni ricetta è stata pensata per rispettare il naturale ciclo delle stagioni, sensibilizzando gli studenti sull’importanza di nutrirsi con alimenti freschi e in armonia con il territorio.

Una scelta che non solo rende i piatti più gustosi e nutrienti, ma contribuisce anche a ridurre l’impatto ambientale, promuovendo filiere corte e sostenibili.

La filosofia di Paolo Betti: “Stagionalità e utilizzo dei prodotti locali”

Paolo Betti, figura carismatica del movimento Slow Food in Trentino

Un altro tema chiave del percorso è stato quello della lotta agli sprechi alimentari privilegiando i prodotti locali e la loro stagionalità.

Gli studenti sono stati educati a valorizzare ogni parte degli ingredienti, a ridurre gli scarti e a limitare il consumo di risorse, acquisendo così strumenti pratici e consapevolezza critica.

Il cuoco Paolo Betti ha guidato i ragazzi non solo nell’apprendimento di tecniche culinarie, ma anche in una riflessione sul valore dei prodotti locali e sul loro potenziale narrativo: ogni piatto può raccontare una storia, tramandare una tradizione, custodire una memoria.

La collaborazione della Scuola di Folgaria con Lavarone e Luserna

Una lezione nell’orto scolastico, con attività pratiche di semina e trapianto

Soddisfazione per l’iniziativa ha espresso Graziella Bernardini, portavoce della Comunità Slow Food per lo sviluppo agroculturale degli Altipiani Cimbri: “Da tre anni  – ha dichiarato – collaboriamo con l’Istituto Comprensivo di Folgaria, Lavarone e Luserna, proponendo percorsi formativi che, all’interno del laboratorio di cucina della Scuola di Folgaria, trovano nella preparazione dei piatti il giusto equilibrio tra apprendimento e formazione.

Attraverso la metodologia del fare, particolarmente efficace in questa fascia d’età, si stimola una dimensione cognitiva capace di influenzare scelte future non solo in ambito culinario, ma anche ambientale.

L’impatto di questi laboratori si estende ben oltre la scuola: coinvolge le famiglie degli alunni, che mostrano interesse per le ricette realizzate e per i contenuti culturali che il cibo e una scelta consapevole sanno trasmettere”.

In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)


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