Vino e Ristoranti

Maso Martis nel gotha dei 100 top wine d’Italia

Quello che sta per concludersi è stato un anno davvero felice, ricco di soddisfazioni e di riconoscimenti (nazionali ed internazionali) per Maso Martis.

L’azienda spumantistica di Martignano di Trento fondata nel 1990 da Roberta Giuriati assieme al marito Antonio Stelzer.

Il più prestigioso di tali riconoscimenti è di pochi giorni fa: l’ingresso in pompa magna nel Gotha delle 100 migliori cantine d’Italia selezionate da Wine Spectator per OperaWine.

L’evento première che il 18 aprile 2020 precede a Palazzo della Gran Guardia di Verona l’apertura ufficiale della   54° edizione di Vinitaly.

Per la cronaca il Trentino Alto Adige è presente con sei aziende vitivinicole: Cantina di Terlano, Cantina Tramin, Elena Walch (Termeno), Tenuta San Leonardo (Borghetto d’Avio), Cantine Ferrari (Trento) e Maso Martis (new entry).

Quello di OperaWine è solo l’ultimo dei molti riconoscimenti ricevuti quest’anno dalla maison trentina premiata da tutte le guide per lo spumante bandiera dell’azienda: la Riserva Brut Madame Martis.

La famiglia e i fidati collaboratori

In particolare l’annata 2009 ha ricevuto i Tre Bicchieri dal Gambero Rosso, le super tre stelle dalla guida Veronelli, i cinque grappoli dall’Associazione Sommelier, la corona aurea dalla guida Vini Buoni d’Italia, le cinque sfere dalla guida Sparkle come miglior bollicina d’Italia, il Platinum Award al Merano WineFestival e l’Oscar londinese come The Best Trentodoc al The Champagne & Sparkling Wine World Championships.

Un trionfo.

Al recente Merano WineFestival Madame Martis, una delle icone dello spumante made in Trentino, ha festeggiato i suoi primi dieci con una straordinaria degustazione dedicata alle annate pari del gioiello creato dalla casa di Martignano: 2000, 2002, 2004, 2006, 2008.

(La primavera scorsa a Vinitaly avevamo assaggiate le annate dispari).

La degustazione è stata condotta con la consueta professionalità dal principe dei sommelier trentini, Marco Larentis, sostenitore fino dagli esordi di questo metodo classico considerato oggi un’autentica bandiera del TrentoDoc.

Accanto a lui l’enologo Matteo Ferrari, creatore della <Madame> (un blend di Pinot Nero e  Chardonnay fermentato in legno con una significativa percentuale di Pinot Meunier) fin dalla sua prima vendemmia.

“Per noi è stata una vera emozione: fu proprio al Merano WineFestival 2008 che presentammo per la prima volta la Madame con il millesimo 1999.

 – ricordano Roberta ed Antonio Stelzer – .

All’epoca lo vivemmo come un salto nel vuoto, una sfida portando al pubblico di Merano la nostra Riserva di TrentoDoc, affinata per otto lunghi anni sui lieviti in bottiglia, nel suo momento di perfetta maturazione.

La chiamammo Madame, un omaggio alle tre donne della nostra famiglia.

Oggi possiamo dire di averla vinta quella sfida”.

Nel 2020 Maso Martis festeggerà i 30 anni, un anniversario importante che porterà con sé anche alcune novità, che però non possono ancora essere svelate ci hanno confidato Roberta Giuriati e Antonio Stelzer.

“La nostra azienda agricola è nata nel 1990, qualche anno prima della nascita delle nostre due figlie Alessandra e Maddalena.

Da subito ci siamo dedicati quasi esclusivamente all’arte della produzione di spumante metodo classico: una vera e propria sfida allora, dove questa tipologia di prodotto del Trentino non aveva ancora raggiunto la reputazione di alta qualità come oggi ha con il marchio TrentoDoc.

Il metodo classico è il vino che amiamo, che per noi meglio rappresenta il terroir del Trentino, il vino che abbiamo scelto per passione, complici la giovinezza e l’entusiasmo con il quale siamo partiti.

Oggi la produzione di metodo classico è per noi parte integrante della nostra quotidianità, che ha abbracciato negli anni una selezione e gestione particolare del vigneto, tutto di nostra proprietà”.

L’azienda dal 2013 è certificata biologica sia in cantina che nel vigneto.

Maso Martis sorge sulla collina di  Martignano, ai piedi del Monte Calisio (detto anche Argentario) a 450 metri di altitudine: un terreno montano che conosce la coltivazione già dalla fine dell’800, ottimamente esposto e accarezzato dalla brezza di montagna.

“Per noi è importante che ogni bottiglia rispecchi l’annata nella quale è stata prodotta – spiega Antonio Stelzer – e che l’attenzione con la quale curiamo la salubrità della vigna sia la stessa che poniamo nella tutela del nostro ambiente di vita quotidiana.

L’attenzione al dettaglio è frutto di un prezioso lavoro di gruppo, dove la presenza di Andrea Cristelloni con Daniele Tomasi in vigna e di Matteo Ferrari in cantina, sono parte integrante del nostro appassionante progetto”. In alto i calici. Prosit. (GIUSEPPE CASAGRANDE)


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