Opinioni Storie e Fatti

Ah, siamo a Carnevale?

Giovedì all’ora di pranzo mi suonano alla porta, vado ad aprire, era una persona amica con un vassoietto in mano che mi dice “Ho fatto le frittole, gliene ho portate un poche”. Frittole? “Sì, è Giovedì Grasso”. Giovedì Grasso?

A parte che ho spesso difficoltà a sapere in quale giorno della settimana mi trovo, da quando è iniziato il primo lock down e sono saltati tutti i miei impegni mondani, mai mi sarei aspettata che quest’anno il Carnevale fosse così vicino.
Avevo letto qualche notizia sui rinvii delle tradizionali manifestazioni e delle sfilate cittadine a maggio o agosto o settembre, ma nessun scriveva la data che era stata annullata.

Del resto, da giorni ero così intenta a guardarmi le dirette televisive sull’alternarsi dei partiti a colloquio con il nuovo incaricato a Presidente del Consiglio, che già quello mi divertiva quali fossero a sfilare i carri carnascialeschi, addobbati con le caricature dei noti protagonisti del momento.

I giornalisti, nelle maratonete competitive tra le principali emittenti, facevano a gara nel cercare di capire quale volto dare a questo o quell’altro Ministero, nel tirare il dado se quel o l’altro personaggio resterà in carica, e infine a interpellarsi a vicenda sul valore dell’«eccelso».
Mille volte le domande “A lei piace Draghi?”, “Che ne pensa di Draghi?”.
Se qualche obiezione è stata fatta, questa era talmente ambigua e vaga che concludeva nel: “pieno rispetto della volontà del Colle”.

Le parate dei partiti sono terminate, è arrivato finalmente il punto culminante con il Giuramento alla Costituzione, con la sfilata singola per andare a firmare sul tavolo presidenziale, tutti impuntiti e ingessati nell’abito migliore per l’occasione (tranne qualcuno degli uomini, ahimè, che le derisioni della mise elettrica della Bellanova dovrebbero impallidire!).

Hanno fatto presto, prima di Martedì Grasso, l’ultimo giorno di Carnevale. Un Martedì Grasso senza maschere, solo mascherine ancora sulla faccia!

Beh, forse è stato lo stesso divertente, no?

Ma non ridiamo troppo, neanche sul fatto che tra i cosiddetti “migliori” rientrano pure un paio dei più criticati. Lacrime e sangue le dovremo ancora versare!

Maura Sacher


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