Tribuna

Degustare da remoto e il coinvolgimento emozionale

In tempo di Covid con le conseguenti restrizioni della mobilità personale, un nuovo modo di svolgere attività informativa è entrato nella mentalità e nella pratica del mondo manageriale, intellettuale ed educativo in generale.

In certi ambienti lo chiamano con il termine inglese «webinar» ossia “seminario in rete”, ovvero “teleseminario”, una sessione educativa o informativa che si svolge on line.
Ultimamente è adottata per sostituire le manifestazioni enologiche e anche i corsi di formazione per esperti in assaggi di vino, grappa o altro spirito, e olio.

Va da sé che le regole della partecipazione e dei criteri di valutazione sono strettamente normati a priori, ma forse si potrebbe essere perplessi sul piano della pura “oggettività” della valutazione (e del punteggio) che un assaggio sia effettuato in un ambiente quale la casa di ciascuno, con ogni propria climatizzazione, invece che in ambiente dai requisiti di controllo ambientale, come la temperatura della sala di degustazione e dei campioni serviti.

E poi una monodose ricevuta a domicilio ha già subito un maneggiamento per essere messa in tanti contenitori, quindi – a voler essere pignoli – ha perso un po’ delle sue proprietà organolettiche.

Infine, sarebbe il caso di soffermarsi sull’effetto “emozionale” che, nella forma di degustazione da remoto, sotto la guida del coordinatore a distanza dentro uno schermo, non è facilmente paragonabile a quello che in concomitanza di partecipanti, pur autonomi e in religioso distacco l’uno dall’altro, può essere trasmesso da ciò che esce da una bottiglia stappata davanti a tutti e versato nei bicchieri di assaggio, seguendo le delucidazioni del conduttore.

Nel giudizio di un prodotto vale molto l’emozione dei sensi.

La domanda, pertanto, è questa: l’emozione personale nel levare il tappo a tali bottigliette a casa propria, senza prendere in considerazione l’ambiente in cui si opera, e andare avanti individualmente con le procedure dell’assaggio, mettendo in atto gli aspetti tipici della degustazione (vista, olfatto, gusto), può essere percepita nella medesima misura degli assaggi in ambiente “asettico”?

Nella degustazione da remoto non viene inficiata l’oggettività della valutazione?

Maura Sacher


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