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Presentata a Roma la IX Edizione della Guida ai vini dell’Etna

La pubblicazione edita da Cronache di Gusto si evolve nel formato fornendo tutti i riferimenti per comprendere al meglio la progressione qualitativa di questa viticoltura.

Nella splendida terrazza dell’Elizabeth Unique Boutique Hotel in Via delle Colonnette, che ospita il DonnaE Bistrot, e con la collaborazione di Andrea Petrini, wine blogger di Percorsi Di Vino, si è svolta la presentazione della IX Edizione della “Guida ai vini dell’Etna” edita da Cronache di Gusto. A presentarla alla stampa Federico Latteri uno dei curatori di questa iniziativa editoriale, diventata negli anni un solido punto di riferimento per chi vuole approfondire la viticoltura dell’Etna.

Il giornalista dopo aver salutato i presenti ha ricordato i tratti distintivi che caratterizzano la guida. “Questa è la nona edizione della guida dei vini dell’Etna, realizzata da me e Fabrizio Carrera che è con me il curatore, insieme a diversi collaboratori. L’obiettivo è quello di fornire uno scenario di quella che è la realtà etnea anno per anno. Come sapete l’Etna negli ultimi anni è un fenomeno in continua crescita che ha visto una vera e propria esplosione.

Pensate che abbiamo iniziato nel 2016 con la prima edizione che era di appena 50 aziende con 100 -150 vini degustati, oggi noi recensiamo 129 aziende con più di 400 vini. L’intento è quello di dare un’idea di quello che è il quadro produttivo.  C’è una parte introduttiva dove vengono presentate le contrade, che sono le 136 menzioni geografiche aggiuntive che si possono riportare in etichetta.  C’è anche un’altra descrizione del territorio suddiviso per macroaree, i versanti. Un aspetto questo molto importante perché per conoscere bene le contrade, che sono un piccolo appezzamento di terreno, noi abbiamo bisogno di diverse annate di produzione di diversi produttori.

Mentre per alcune contrade abbiamo già degli elementi che possono essere dei tratti distintivi, per altre invece non abbiamo ancora un quadro abbastanza chiaro perché molte contrade non sono ancora menzionate in etichetta. Per quanto riguarda i versanti invece possiamo capire già dal calice, sia per un vino bianco che per un rosso, la provenienza da uno o da un altro dei quattro versanti, profondamente diversi tra loro per caratteristiche produttive, e dare insieme un quadro complessivo di quella che è la viticoltura dell’Etna. 

In questa versione della guida abbiamo aggiunto una descrizione relativa alla rinascita dei vini dell’Etna per capire come si è passati dalla tradizione antica fino a questa nuova esplosione di questa viticoltura a partire dall’inizio degli anni 80”.

La guida non vuole essere un elenco dei più bravi ma fornire una chiave di lettura per interpretare il territorio, e quest’anno il nuovo formato più ampio e maneggevole permette l’editing di schede più complete e di facile consultazione. Nella pagina dedicata alla singola Azienda vengono forniti tutti i dati e le informazioni interessanti ma non si danno punteggi ai vini.

Una scelta dettata per migliorare la comprensione delle singole realtà territoriali come spiega meglio Latteri:” Le schede delle aziende sono divise per versanti c’è anche una breve descrizione che aiutano a evidenziare le differenze tra Nord, Est, Sud-Est e Sud-Ovest, inoltre abbiamo aggiunto anche le informazioni sui vigneti e il loro posizionamento sul versante.

Nella guida non sono presenti i punteggi, ma solamente perché era abbastanza complicato stabilire delle fasce di merito per vini di territori così vicini e che tra loro molto simili, abbiamo quindi preferito descrivere il profilo puntando alla comprensione dei vini”.

Il Curatore ha spiegato anche come per evitare di ripetersi abbiano deciso di non descrivere il colore dei vini, a meno di particolarità che si staccano nettamente da quelli che sono i colori consueti di questo territorio. Discorso diverso per i Rosati però, come spiega ancora lui stesso:” lì dipende dalla scelta del produttore, e nel territorio dell’Etna non c’è ancora una scelta netta sullo stile, ma comunque si tende a fare dei Rosati un po’ scarichi – torna poi sui punteggi – Non ci sono i punteggi però sicuramente tra quelli menzionati come imperdibili, che quest’anno sono 33, ci sono quelli che sicuramente avrebbero il punteggio più alto e che a nostro parere dovrebbero essere quelli che tutti dovrebbero assaggiare per avere una comprensione del territorio.

Poi c’è la categoria dei vini memorabili che sono i vini delle vecchie annate degustate, dove è chiaramente indicato quando il vino è stato assaggiato. Sono assaggi che ripetiamo negli anni per vedere il potenziale di invecchiamento di questi vini e come possono evolvere. Mancando uno storico vero e proprio dell’Etna, grazie a questi assaggi ci siamo accorti come alcuni vini provenienti da vigne piantate nei posti giusti possano invecchiare veramente bene, e addirittura in molti casi abbiamo visto come i bianchi possono avere a volte più possibilità dei rossi”.

La presentazione si è conclusa con una degustazione a cui erano presenti alcuni dei produttori con i loro vini altamente esplicativi della qualità di questa viticoltura, e di come uno strumento come la Guida ai vini dell’Etna possa essere un utile strumento per comprenderla.

Bruno Fulco

 

 

 

 

 

 

 

 


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